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Una nuova campagna di sensibilizzazione sciocca il pianeta

La plastica che usi una volta tortura gli oceani per sempre“. È con questo messaggio che si vuole colpire il cuore e la coscienza di ognuno di noi.

 

COSENZA – Una nuova campagna di sensibilizzazione sciocca il pianeta. Tutti siamo consapevoli delle conseguenze che l’utilizzo della plastica ha sul nostro pianeta; nonostante questo ancora moltissime persone usano forchette e piatti di plastica per consumare i loro piatti quotidiani. Oggi sicuramente c’è molta più consapevolezza rispetto ad anni fa, ma ancora tantissima strada deve essere percorsa. È per questo motivo che l’organizzazione no-profit Sea Shepherd Conservation Society ha ideato una campagna di sensibilizzazione a dir poco scioccante, che fa vedere gli effetti della plastica sugli animali che vivono i nostri mari.

Quello che facciamo ogni giorno come un gesto quasi automatico ha delle conseguenze terribili che dobbiamo necessariamente conoscere se vogliamo un mondo più giusto. Il problema dell’inquinamento da plastica affligge gli oceani di tutto il mondo, che oggi “ospitano” 5 gigantesche isole di plastica in cui si accumula, trasportata dalle correnti, la maggior parte dei rifiuti: due sono nell’oceano Pacifico, due nell’Atlantico e una nell’oceano Indiano. A queste si aggiunge il mar Mediterraneo che è paragonabile a una vera e propria “zuppa di plastica”: sesta grande zona di accumulo di rifiuti plastici al mondo, nel Mediterraneo si concentra il 7% della microplastica globale. Se si pensa che il nostro mare rappresenta appena l’1% delle acque mondiali, si tratta di un dato davvero impressionante. Tutti questi rifiuti plastici, oltre a rappresentare, naturalmente, un enorme problema dal punto di vista dell’inquinamento, sono un serio pericolo per gli animali.

Le specie marine possono ingerire plastica, scambiandola per cibo, accidentale oppure indiretto, mangiando prede che a loro volta avevano ingoiato plastica. solo nel Mediterraneo sono 314 le specie vittime di ingestione di plastica: pesci, tartarughe marine, uccelli e mammiferi marini. Tutte le specie di tartarughe marine presenti nel nostro mare presentano plastica nello stomaco e si stima che oltre il 90% degli uccelli marini abbia nello stomaco frammenti di plastica. Sono state rinvenute fibre e microplastiche anche in ostriche e cozze. L’ingestione di plastica, soprattutto se di grandi dimensioni, porta quasi sempre alla morte dell’animale: tra i suoi effetti più comuni ci sono ulcere, necrosi, perforazioni, blocchi intestinali e riduzione della capacità dello stomaco.

Attraverso i pesci, la plastica arriva sulle nostre tavole. Sessanta specie di pesci nel Mediterraneo sono vittime di ingestione di plastica. Il 18% dei tonni e pesci spada nel sud del Mediterraneo presenta rifiuti di plastica nello stomaco. Succede anche al 17% degli squali boccanera alle isole Baleari, ma anche ad animali più piccoli, come cozze e granchi. Secondo un recente studio  nelle cozze e nelle ostriche che provengono da acquacoltura sono presenti “concentrazioni di microplastiche tali che il consumatore medio europeo di molluschi può arrivare ad assumere fino a 11.000 microplastiche l’anno“. Per adesso, non è ancora noto quali effetti possa avere, sulla salute dell’uomo, l’esposizione alle microplastiche.

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