L’amministrazione Manna porta alla luce le cifre dell’indebitamento del Comune di Rende che pare ammontino ad oltre 87 milioni di euro. Denaro che sarà prelevato dalle tasche dei contribuenti
RENDE (CS) – Dai documenti contabili, passati al vaglio dei Superiori Organi Istituzionali di controllo e certificazione, il Comune di Rende illustra i dati del debito complessivo che i rendesi hanno ereditato prima dell’amministrazione Manna e maturato successivamente in un contesto cittadino generale di declino e degrado. Si tratta di 44 milioni di euro di finanziamenti e mutui che comportano il pagamento di una rata annuale da 3 milioni e 900mila euro fino al 2044. Oltre a questa ‘cambiale’ i rendesi pagano 3 milioni e 700mila euro di prima anticipazione di liquidità a pagamento di partite commerciali (per una rata annuale di 140mila euro); più 11 milioni e 100mila euro di seconda anticipazione di liquidità a pagamento di partite commerciali (per una rata annuale di 330mila euro); 10 milioni ed 800mila euro di fondo di rotazione a copertura dei debiti fuori bilancio all’epoca commissariale quantificati per 8 milioni e 400mila euro (per una rata annuale di 340mila euro); 13 milioni e 400mila euro di disavanzo tecnico da riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi per armonizzazione contabile (per una rata annuale di 450mila). Un debito patologico di 39 milioni di euro al quale bisogna aggiungerne un altro da 4 milioni e 700mila euro: 1 milione e 300mila euro per la transazione con l’ATI Piano Lago; 2 milioni e 500mila euro di transazione ENI Divisione Gas&Power; 600mila euro di transazione ENEL Sole; 300mila euro di transazione per mancati espropri.
Il totale del ‘rosso’ in bilancio che i rendesi sono tenuti a ripianare come conseguenza dei debiti che il Comune si trascina dall’era del ‘Principato’ è di 87 milioni e 700mila euro. Oltre al contenzioso pendente, vecchio e nuovo, ad evidenza dell’abnorme tasso di litigiosità, che dall’ultima analisi si stima con un rischio di soccombenza per un controvalore di oltre 1 milione e 600mila euro a cui va aggiunta la condanna in primo grado per il fallimento di Valle Crati pari a 2 milioni e 837mila euro. “E tante, ma tante altre partite – spiega l’assessore al Bilancio Pierpaolo Iantorno – che noi abbiamo ereditato e accettato integralmente e responsabilmente per il bene comune, risolto, stiamo affrontando e continueremo l’opera di risanamento e consolidamento dei conti pubblici fondamentale per il rilancio della nostra città di nuovo centrale ed attrattiva. Chiara, quindi, è stata, è e sarà la politica di bilancio impostata su obiettivi a breve (risanamento e consolidamento) e medio-lungo termine (autosufficienza economico-finanziaria e sostenibilità), comprese le attività di recupero per gli esercizi pregressi e di risparmio per il corrente ed il futuro sulle imposte IVA e IRAP e non di pagamento. La suddescritta situazione in costanza con le scelte dello Stato che ha ridotto i trasferimenti, rispetto al solo 2014, per 2 milioni e 700mila euro. A causa della crisi governativa e conseguente effetto dei fabbisogni standard e delle capacità fiscali, oltre modo penalizzanti per una città giovane come Rende, i trasferimenti dello Stato sono stati: nel 2014 7 milioni e 800mila euro, nel 2015 4 milioni e 600mila euro, nel 2016 5 milioni e 500mila euro, nel 2017 5 milioni e 100mila euro così come nel 2018, a comprimere ulteriormente la spesa per manutenzioni e servizi vari. In ogni caso, il passato è passato, quello di Rende poi è storia che a tutti noi insegna e fortifica per la gestione del presente e, soprattutto, la costruzione del futuro che dia opportunità ai nostri figli ed alle nuove generazioni”.
