Il Capo della Polizia Franco Gabrielli stamattina ha partecipato all’inaugurazione della Sezione giovanile del gruppo Fiamme oro specialità judo della Questura
CATANZARO – Accompagnato dal questore Amalia Di Ruocco, dal prefetto Francesca Ferrandino e dal procuratore vicario Vincenzo Capomolla Gabrielli ha incentrato il suo intervento in particolare sull’importanza dello sport: “Così come in medicina – ha detto Gabrielli – c’è la chirurgia necessaria per estirpare i tumori, esiste la medicina preventiva. Allora è importante che la Polizia faccia prevenzione stando sul territorio, andando nelle scuole. E un altro strumento importante è lo sport. Stiamo aprendo in tutta Italia i gruppi giovanili con una particolare attenzione per quei luoghi in cui è importante aggregare i giovani e avvicinarli alle Istituzioni non soltanto dall’alto di una cattedra ma dando l’esempio, utilizzando lo strumento dello sport che, se vissuto nei suoi valori originali, è uno straordinario strumento di riaffermazione della legalità, del rispetto degli altri, delle regole”. E i successi che le Fiamme oro stanno ricevendo nello sport a livello nazionale dimostrano che si può partire da una periferia e arrivare al podio più alto di competizioni internazionali.
All’evento erano presenti anche il campione Olimpico, medaglia d’oro a Sidney 2000, Pino Maddaloni, anche lui cresciuto nelle Fiamme oro, e gli allievi della scuola di judo di Lamezia Terme del maestro Enzo Failla, presidente regionale Fijlkam (federazione italiana judo). “Grazie allo sport facciamo crescere i giovani – ha detto Maddaloni -. Io e il mio collega veniamo da Scampia. Il nostro sogno era quello di entrare in Polizia e diventare esempi di speranza, di intraprendere una strada diversa”
Gabrielli e gli organici: “dicevano che i poliziotti erano troppi”
“Nel nostro Paese – ha dichiarato il Capo della Polizia – c’è stata una stagione nella quale si è detto, scritto e sottolineato che i poliziotti e i carabinieri erano troppi. All’inizio degli anni 2000 si diceva che eravamo il Paese Europeo con il rapporto cittadini/operatori della sicurezza più alto. Peccato che noi avevamo le quattro mafie più pervasive, avevamo avuto un terrorismo interno che nessun altro Paese europeo aveva avuto. Peccato, e questo lo dico senza voler dare nessun tipo di giudizio, che siamo un po’ poco calvinisti, cioè la legge morale non è dentro di noi ma fuori di noi e quindi ci vuole qualcuno ogni tanto che ci ricordi che la legge va rispettata. Ecco perché in questo Paese le Forze di polizia avevano una certa consistenza. Nella stagione della finanza creativa, dei tagli lineari, si è bloccato il turn-over. E tutto questo ci ha consegnato, parlo per la Polizia ma purtroppo la situazione riguarda anche i nostri colleghi dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, una polizia che doveva essere 117mila unità e oggi è 98mila unità”. I problemi, ha spiegato Gabrielli, riguardano anche le scuole di polizia. Un esempio è quella di Vibo Valentia “che per me è un presidio fondamentale è una scuola cartolarizzata, il che significa che nel 2023, se non si metterà rimedio, la dovremo in qualche modo dismettere”.
“Siccome la stragrande maggioranza degli arruolamenti è avvenuta negli anni ’80 e il ciclo della vita professionale prevede che mediamente a 60 anni si vada in pensione – ha aggiunto – da qui al 2030 se ne andranno 40mila persone. Sento quelli che si sono svegliati come Alice nel Paese delle meraviglie lamentando che non ci sono agenti, come avviene anche con alcuni dell’amministrazione e dei sindacati che fanno strepiti. Non ritengo che i problemi siano irrisolvibili, anzi. Credo che il Paese e l’amministrazione abbiano enormi capacità ma ci vuole tempo, raziocinio e la consapevolezza che tutto quello che si è prodotto in negativo avrà bisogno di tempo per trovare una soluzione”.
“Abbiamo rideterminato gli organici della Polizia di Stato in Italia. Ho voluto mantenere la Questura di Catanzaro in prima fascia che credo necessiti in questa realtà e perciò avrà un incremento di un centinaio di uomini. È una sfida. Questo è un territorio difficile, complicato, la ‘ndrangheta è la criminalità più pervasiva a livello mondiale“.
“Per lungo tempo – ha aggiunto – il problema non è stato affrontato nella sua criticità. Ecco, dobbiamo eliminare quelle sacche di quieto vivere da parte di una realtà che forse nel tempo non ha colto fino in fondo la complessità e la pericolosità di determinati fenomeni”. “Sono particolarmente grato al procuratore Gratteri – ha aggiunto Gabrielli – per la considerazione che ha rinnovato nei nostri confronti fatta di attenzioni e di deleghe di indagine. Però noi dobbiamo rispondere perché, che cerco di far capire ai miei colleghi, la credibilità non è un bene acquisito per sempre ma si conquista ogni giorno, con il lavoro e a volte anche con un operoso silenzio”.
