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Celico: occupano terreni di Calabria Verde, 9 denunce. Ad Aprigliano nel mirino 4 cacciatori

Sono accusati di aver occupato abusivamente alcuni terreni agrari regionali, di proprietà di Calabria Verde. Quattro denunce anche ad Aprigliano 

 

CELICO (CS) – Occupazione abusiva di terreni agrari regionali di proprietà di Calabria Verde. E’ il reato contestato dai militari della stazione dei Carabinieri Forestale di Spezzano Sila a nove agricoltori nel comune di Celico. L’indagine sarebbe scaturita da alcune indicazioni della stessa Azienda Calabria Verde, che ha fatto rilevare come gli agricoltori avevano lavorato nei mesi scorsi sui terreni agrari di proprietà dell’ente, senza avere ottenuto alcuna concessione, in quanto le stesse concessioni erano state sospese dal 2015 per un aggiornamento sui canoni di fitto. I militari però, hanno trovato ed individuato gli agricoltori della zona mentre praticavano la lavorazione dei terreni.

Ad Aprigliano sequestrato un fucile con matricola abrasa, denunciati 4 cacciatori

Ancora i carabinieri forestali, hanno denuciato quattro cacciatori e sequestrato un fucile con matricola abrasa a seguito di mirati servizi di controllo del territorio dei militari delle stazioni di Aprigliano e Cosenza. Le indagini sono partite da una attività di controllo di un casolare ad Aprigliano utilizzato di frequente da una squadra di cacciatori come base operativa per le battute al cinghiale.

Uno di loro, secondo le indagini, ogni qual volta vi era una battuta al cinghiale entrava al suo interno e ne usciva con un fucile. Per questo motivo i militari hanno proceduto alla perquisizione del casolare di campagna nel quale è stato rinvenuto, occultato nel sottotetto, avvolto in un tappeto, un fucile da caccia calibro 12 con matricola abrasa e munizionamento a palla singola e a pallettoni, oltre ad un tubo in pvc verosimilmente usato per occultare l’arma in ambiente esterno.

All’interno del casolare inoltre, vi era anche un vano utilizzato quale macelleria dei capi abbattuti. L’uomo, privo di regolare porto di fucile perché ritirato in passato, è stato denunciato per porto in luogo pubblico di arma clandestina. Ma da ulteriori accertamenti, è emersa la responsabilità in concorso del capo caccia della squadra e dei due vice che abitualmente andavano a caccia con l’utilizzatore dell’arma clandestina. Il controllo ha accertato anche che la squadra di cacciatori non aveva mai compilato il registro dei partecipanti previsto per la pratica della caccia al cinghiale. Oltre al sequestro dell’arma e del munizionamento, accertata la proprietà del casolare, si è anche provveduto al sequestro del casolare e durante la perquisizione è stato anche accertato il furto di energia elettrica.

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