Giornata internazionale della pace, la parola a Barci del Rotary Club Rende
Deborah Furlano
Un convegno sul tema “Ai confini tra guerra e pace?” per portare avanti il progetto annuale fondato sul cambiamento “in continuità” per il benessere del territorio, per avvicinare i popoli in un messaggio di pace e solidarietà
RENDE (CS) – «Al passaggio di consegne del nuovo anno rotariano iniziai il mio saluto facendo riferimento al tema della Pace nel mondo, in quanto tema primario del Rotary International che viene sviluppato con il progetto: “In cammino … per la Pace”. Quindi oggi, ricorrendo la Giornata internazionale della pace, insieme al Rotaract, non potevamo esimerci dal parlarne». A parlare è il presidente del Rotary Club Rende Distretto 2100 Antonio Gianfranco Barci in occasione della giornata internazionale della pace, lo scorso 21 settembre, che spiega ancora: «La Giornata internazionale della pace È stata istituita il 30 novembre 1981 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite tramite la risoluzione 36/67. Allora L’Assemblea dichiarò che il Giorno sarebbe stato osservato, il terzo giovedì di settembre ogni anno, come un giorno di pace e di non-violenza, e volse un invito a tutte le nazioni e persone a cessare le ostilità durante il giorno.
La risoluzione invitava tutti gli stati membri, organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, organizzazioni regionali e non governative ed individui a commemorare il giorno in maniera appropriata, sia attraverso l’educazione e la consapevolezza pubblica, sia nella cooperazione con le Nazioni Unite per la pace globale. Successivamente il 7 settembre del 2001 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la risoluzione 55/282 con la quale si stabili che a partire dal 2002, la Giornata Internazionale della Pace si sarebbe celebrata il 21 settembre di ogni anno, e questo sarebbe diventato il giorno del Cessate il fuoco.
L’osservanza della giornata mondiale per la pace sta cominciando ad essere sempre più diffusa, soprattutto nelle scuole con attività volte alla Pace. Un tema universale che coinvolge tutti gli uomini perché pur sembrando che il problema sia lontano da noi, in realtà l’intera umanità è fortemente condizionata dai tanti conflitti che giornalmente vivono molti popoli del nostro globo.
Conseguenza di questi conflitti è che un numero sempre crescente di persone è costretta a lasciare il proprio paese per cercare condizioni di vita migliori, libere da persecuzioni, violenze o guerre. Secondo i dati più recenti fornitici dalla Dott.ssa Stranges, nel 2016 ci sono stati oltre 65 milioni di migranti forzati in tutto il mondo, valore di poco superiore a quello del 2015 e di oltre 5 milioni più alto rispetto a quello del 2014. Tra questi, 2,8 milioni erano richiedenti asilo (3,2 l’anno precedente), oltre 22 milioni erano rifugiati (21 nel 2015) e i restanti erano sfollati.
Di questo fenomeno è coinvolta anche l’area del mediterraneo e l’Europa, e sta rappresentando una problematica politica di tale rilevanza che sta condizionando i rapporti tra le nazioni dell’Unione Europea e addirittura nelle stesse singole Nazioni. E la stessa nostra Italia ne è la dimostrazione. Le scelte politiche degli italiani sono state fortemente condizionate dalle posizioni assunte dai vari partiti su questa tematica. Anche il Papa occupandosi della Pace nel mondo, ha pubblicato un messaggio il primo gennaio del 2018 invitandoci all’accoglienza, ma nello stesso tempo egli scrive che il tutto debba avvenire nel rispetto del bene comune e assicurando i giusti diritti e lo sviluppo armonico delle comunità, in particolare, esaltando quanto i migranti e i rifugiati possano dare ai paesi che li accolgono, egli scrive: “Questo sguardo contemplativo saprà guidare il discernimento dei responsabili della cosa pubblica, così da spingere le politiche di accoglienza fino al massimo dei «limiti consentiti dal bene comune rettamente inteso», considerando cioè le esigenze di tutti i membri dell’unica famiglia umana e il bene di ciascuno di essi”.
Quindi una problematica complessa e difficile che ci vede divisi nelle soluzioni e nei modi di risolverli. E il Rotary? Ancora una volta i rotariani presenti in quasi tutte le Nazioni possono dare un contributo importante, sensibilizzando le coscienze delle comunità e di coloro che hanno in mano le sorti del mondo per porre un argine al fenomeno ed alla sofferenza di questi milioni di donne, uomini e bambini, che come noi hanno il diritto di vivere una vita almeno dignitosa.
Migranti via mare e richiedenti asilo in Italia
Un convegno interessante e partecipato in occasione della Giornata Internazionale della Pace, quello del 21 settembre scorso presso villa Fabaino Palace Hotel dal tema “Ai confini tra guerra e pace?” dove hanno relazionato Manuela Stranges docente presso l’università della Calabria e Rita Carravetta medici senza frontiera, mediatore culturale Fofana. In particolare la Stranges approfondisce il tema dei migranti richiedenti asilo in Italia
«A causa delle tante situazioni di guerra e conflitto in tutto il mondo, un numero sempre crescente di persone è costretta a lasciare il proprio paese per cercare condizioni di vita migliori, libere da persecuzioni, violenze o guerre. Secondo i dati più recenti (UNHCR, 2017, Caritas, 2015), nel 2016 ci sono stati oltre 65 milioni di migranti forzati in tutto il mondo, valore di poco superiore a quello del 2015 e di oltre 5 milioni più alto rispetto a quello del 2014 (UNHCR, 2016). Tra questi, 2,8 milioni erano richiedenti asilo (3,2 l’anno precedente), oltre 22 milioni erano rifugiati (21 nel 2015) e i restanti erano sfollati.
Così come in altre aree del pianeta, anche nel Mediterraneo, negli ultimi anni, molti migranti – in fuga da guerre, carestie, oppressione, instabilità politica ed economica –hanno tentato di attraversare il mare diretti verso l’Europa a bordo di barche e gommoni poco affidabili, con conseguenze drammatiche in termini di perdita di vite umane (UNHCR, 2015). In questo quadro, l’Italia ha avuto un ruolo centrale come paese di accoglienza di questi massicci flussi di migranti, soprattutto in ragione della sua relativa vicinanza alle coste del Nord Africa.
La questione dei rifugiati e dei richiedenti asilo è diventata sempre più centrale nell’agenda politica dell’Unione europea, specialmente dopo l’estate e l’autunno del 2015, quando l’attenzione dei media si è concentrata sulla situazione ai confini meridionali dell’Europa (Guiraudon, 2018). Parallelamente all’interesse politico e mediatico, si è progressivamente sviluppato anche un interesse nel dibattito scientifico, che si è concentrato – in particolare – sulle caratteristiche dei migranti e sulle intenzioni e le traiettorie migratorie, oggetto di studio soprattutto nella ricerca etnografica e geografica (si vedano, tra gli altri, Bloch et al., 2011; Valenta et al., 2015).
In questo contributo verrà delineato un quadro statistico dell’immigrazione irregolare in Italia, concentrandosi in particolare sul fenomeno degli sbarchi e sui richiedenti asilo. Verrà dapprima tracciata l’evoluzione del fenomeno nel nostro paese e un breve quadro della situazione italiana nel contesto mediterraneo, per poi concentrarsi sull’analisi delle caratteristiche (provenienze, età, genere, ecc.) dei migranti che approdano sulle nostre coste. Infine, ci si concentrerà sull’analisi degli esiti delle richieste di asilo presentate e sul fenomeno delle “fughe” (migranti che escono dal sistema di accoglienza senza lasciare traccia), anche allo scopo di mettere in evidenza i limiti del sistema di Dublino.
Infine ci si concentrerà nell’analisi dei dati provenienti dal CDA/CARA di Crotone (lungo un arco temporale di 8 anni) che consentiranno di mostrare le traiettorie degli stranieri che giungono nella nostra regione.