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Bancarotta fraudolenta, Morfù assolto in Appello

Condannato in primo grado a 3 anni e sei mesi, Secondo l’accusa Francesco Morfù avrebbe distrutto le scritture contabili e distratto tutti i beni della società stessa. In appello i giudici hanno pronunciato la piena assoluzione

 

COSENZA – In primo grado la pesante condanna sembrava avesse segnato parte della vita sociale di Francesco Morfù, ma la difesa, rappresentata dall’avvocato Elena Florio ha deciso di ricorrere in appello dimostrando come il castello accusatorio fosse infondato. Le imputazioni a carico di Morfù erano varie ipotesi di bancarotta fraudolenta documentale e patrimoniale per avere – in qualità di amministratore unico della società General Centro Servizi srl dal 29 marzo 2012 al 30 maggio 2012 (data del fallimento) – distrutto le scritture contabili e distratto tutti i beni della società stessa. Inizialmente, per gli stessi fatti era stato imputato, unitamente al Morfu’, anche il precedente amministratore della società, che aveva ricoperto la carica dal 26 febbraio 2010 al 29 marzo 2012.

L’avvocato penalista Elena Florio

Il processo di primo grado, celebrato in sole due udienze davanti al Tribunale di Cosenza in composizione collegiale, si concluse il 21 maggio del 2015, con la condanna del solo Morfu’, per tutti i reati contestatigli, alla pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione (il coimputato veniva per converso assolto “per non aver commesso il fatto”). Avverso tale sentenza, la difesa del Morfu’ – rappresentata dall’avvocato Elena Florio –  ha proposto appello, evidenziando che tutte le condotte contestate nella imputazione – alla luce degli esiti degli accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza di Cosenza e dal curatore fallimentare – erano state compiute in un’epoca in cui il Morfu’ non era ancora subentrato nella compagine societaria e, quindi, da soggetti certamente diversi da lui; e, in più, che il Morfu’ era divenuto amministratore unico di tale società quando la stessa non era più operativa e in qualità di mero “prestanome”, senza compimento, da parte sua, di alcun atto di gestione.

Ieri è stata celebrata, presso la Corte d’Appello di Catanzaro, l’udienza di trattazione del gravame. Anche il Procuratore Generale presente in udienza, dichiarando di far proprie tutte le argomentazioni difensive illustrate nella impugnazione, ha chiesto la integrale riforma della sentenza di primo grado e l’assoluzione dell’imputato da tutti i reati “per non aver commesso il fatto”. All’esito della discussione della difesa e della camera di consiglio, i Giudici di Catanzaro hanno effettivamente pronunciato sentenza di assoluzione nei confronti del Morfu’ “per non aver commesso il fatto”, cancellando quella pesante condanna inflittagli in primo grado. La difesa è ampiamente soddisfatta del risultato ottenuto.

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