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Acquaformosa, sindaco scrive ai colleghi di Firmo e Lungro per parlare di ‘fusione’

Dopo Corigliano e Rossano, e Casali del Manco, il sindaco di Acquaformosa, l’avv. Gennaro Capparelli ha inviato una lettera ai colleghi di Firmo e Lungro per discutere di un’eventuale fusione

 

ACQUAFORMOSA (CS) – “Cari Sindaci – scrive il primo cittadino di Acquaformosa – da inizio anno sono sempre più i comuni, specie quelli di piccoli dimensioni come quelli da noi amministrati, che hanno deciso di intraprendere la strada della fusione, spinti non solo dalle forti incentivazioni garantite da leggi nazionali e regionali ma anche e soprattutto dalle tante difficoltà con cui siamo chiamati a confrontarci quotidianamente nel tentativo di riuscire a garantire qualche servizio pubblico essenziale e dare un minimo di risposte alle legittime istanze che provengono dai nostri cittadini”.

“Il contesto socio/economico dei nostri paesi risulta ormai fortemente compromesso – spiega Capparelli – così come l’economia di tutto il meridione d’Italia a causa di politiche nazionali che non hanno mai guardato alle gravi piaghe che affliggono tutto il Sud dell’Italia in particolare alla mancanza di lavoro e conseguente emigrazione dei giovani e, da qualche tempo, anche di intere famiglie costrette a trasferirsi nel nord del paese o in altri stati europei al fine di potersi garantire un’esistenza dignitosa per sé ed i propri cari. Negli ultimi anni evidenti e drammatiche sono state le ricadute negative su tutte le attività economiche del nostro circondario: edilizia, ristorazione, agricoltura, allevamento, artigianato e terziario causando una forte contrazione economica”.

“E’, dunque, necessario che le strutture pubbliche, in particolare i Comuni, si organizzino in modo sinergico, per stimolare una ripresa economica, fornire servizi decenti e sostegno amministrativo ad una società profondamente mutata ed ancora in fase di mutamento. Altresì importante è, dunque, capire quali siano le nuove frontiere di sviluppo, come individuare e sostenere le nuove energie progettando interventi di crescita economica con tutti gli operatori. Ad avviso dello scrivente – prosegue il sindaco – se si vuole veramente affrontare il drammatico contesto nel quale viviamo il primo passo da compiere deve essere la fusione dei nostri tre Comuni – Acquaformosa, Firmo e Lungro – per formare unico grande ente ben definito geograficamente e con una forte identità di appartenenza alla cultura, alla lingua ed alla etnia arberesh; solo così si potranno dare risposte concrete a tutte le problematiche evidenziate”.

“Dopo anni di tagli indiscriminati dei trasferimenti statali per gli enti locali, di riforme e di introduzione di vincoli e limiti all’attività amministrativa, in cui soltanto riuscire a fare quadrare i bilanci comunali, come anche mantenere in piedi qualche servizio essenziale è diventato una vera impresa, la fusione rappresenta una storica riforma istituzionale dal basso, che ci permetterebbe di avere una serie di vantaggi, economici, ma non solo. Diversamente, ritengo che le attività gestionali dell’ordinario, pur necessarie, ci trasformeranno ancor più in semplici burocrati e manutentori di infrastrutture ma senza i fondi necessari; tra qualche anno, ne sono certo, le fusioni tra piccoli comuni saranno imposte con Legge dello Stato ma non ci sarà più alcuna incentivazione così come in parte è successo con le unioni di comuni. E’ pertanto doveroso da parte nostra trovare il coraggio di anticipare i tempi e far sì che i nostri cittadini usufruiscano delle premialità previste”.

“In questo momento ai Comuni che si fondono di loro iniziativa lo Stato eroga finanziamenti straordinari pari al 60% dei trasferimenti erariali attribuiti per il 2010 per dieci anni. Nel nostro caso potremmo accedere ad un finanziamento di circa 1.700.000,00 in più all’anno per 10 anni. Si tratta di somme che ci permetterebbero di vivere meglio: ampliare l’offerta dei servizi, creare opportunità lavorative, porre un freno alla costante emigrazione giovanile, effettuare interventi sulla viabilità rurale e cittadina, pagare meno tasse, riorganizzare e rendere più efficienti gli uffici comunali anche in ragione dell’esonero dall’osservanza dei limiti di spesa nelle assunzioni, più in generale essendo i nostri territori complementari sotto molteplici aspetti questo consentirebbe di dare vita ad un Comune con più importanti prospettive di sviluppo”.

Il nuovo comune avrebbe circa 5.500 abitanti

“Il nuovo Comune avrebbe anche una ragguardevole consistenza numerica raggiungendo una popolazione di circa 5500 abitanti e, di conseguenza, avrebbe un peso contrattuale notevole nell’interfacciarsi con gli altri enti sovracomunali; sarebbe, inoltre, fuori dai vincoli del Patto di stabilità e ci darebbe soprattutto la possibilità di realizzare le opere pubbliche necessarie per dare sviluppo al nostro territorio riuscendo magari anche ad ottenere un ampliamento dell’offerta sanitaria erogata dall’importante presidio sanitario di Lungro. Un aspetto altrettanto importante della fusione è rappresentato dalla riduzione dei costi della politica: di tre Sindaci attuali ne avremmo uno, con una Giunta di 4 assessori salvo diversa previsione dello Statuto, il nuovo Consiglio sarebbe composto di 12 Consiglieri.Con questa mia nota – conclude il primo cittadino di Acquaformosa – ho cercato di descrivere le opportunità di sviluppo e tutti i benefici che deriverebbero alle nostre comunità dalla fusione di questi tre comuni. In attesa di conoscere il vostro pensiero e le vostre intenzioni sul tema, vi porgo i miei più cordiali saluti con la speranza che il 2019, anno in cui ricorre il centenario della nostra Diocesi, possa essere ricordato anche per le prime elezioni post fusione”.

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