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Operazione “Domus”, arrestato sindaco di Guardia Piemontese e funzionario

Le accuse vanno dal peculato alla falsità materiale e ideologica commesse da pubblico ufficiale in atti pubblici e ancora abuso d’ufficio e favoreggiamento personale. Due gli arresti

 

PAOLA (CS) – Il blitz è scattato alle prime luci dell’alba, da parte dei Carabinieri di Paola che stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare personale, emessa dal Gip presso il Tribunale di Paola, Rosamaria Mesiti, su richiesta del Procuratore della Repubblica Pierpaolo Bruni, nei confronti di due persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di peculato, falsità materiale e falsità ideologica commessa dal Pubblico Ufficiale in atti pubblici, abuso d’ufficio e favoreggiamento personale. Le manette sono scattate proprio per il rischio di reiterazione del reato

Il provvedimento cautelare è stato emesso nei confronti del sindaco di Guardia Piemontese,  Vincenzo Rocchetti di 56 anni, e di un dirigente del’Ufficio tecnico del Comune, Giuseppe Caruso, 43 anni.  Ai due arrestati vengono contestati, a vario titolo, i reati di peculato, falso ideologico e materiale ed abuso d’ufficio. Gli arresti a seguito delle indagini effettuate dai militari della Compagnia Carabinieri di Paola, coordinate dal Procuratore Pierpaolo Bruni, aventi ad oggetto la gestione delle procedure di assegnazione di un’abitazione di edilizia popolare.

In particolare il primo cittadino ed il funzionario si sono resi responsabili, tra l’altro, di condotte di falso strumentali all’assegnazione indebita di alloggi popolari. Inoltre, attingevano a risorse pubbliche appostate alla voce di bilancio dell’Ente destinata a “Spese per opere pubbliche finanziate dalle concessioni edilizie” per pagare la bonifica di locali comunali che erano oggetto di intercettazioni ambientali disposte dalla Procura della Repubblica di Paola. Nel procedimento penale in esame risultano indagate altre persone, sulle cui generalità l’Ufficio di Procura mantiene il più stretto riserbo.

 

LA CONFERENZA STAMPA

I dettagli dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà presso la Procura della Repubblica di Paola, alle ore 11:00 a cui presenzierà il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Catanzaro, Otello Lupacchini, il Procuratore della Repubblica di Paola, Pierpaolo Bruni, il Colonnello Raffaele Giovinazzo ed il Capitano Giordano Tognoni in cui si è fatto spiegata come l’attività investigativa sia partita dai militari dell’Arma di Guardia Piemontese dopo l’assegnazione di tre case popolari, una delle quali sarebbe stata attribuita attraverso favori personali, alterando il protocollo in cui avrebbe fatto figurare l’istanza di richiesta falsificando la data di acquisizione, in modo tale da far rientrare la famiglia in questione nell’elenco degli aventi diritto.

In realtà gli indagati sarebbero tre, ma per un terzo si è proceduto all’applicazione della misura cautelare in quanto quest’ultimo sarebbe ricoverato in una clinica e verserebbe in gravi condizioni di salute. Sulla bonifica eseguita con soldi pubblici per eliminare qualsiasi intercettazione ambientale sono stati spesi 1600 euro

 

LE DICHIARAZIONI DEL PROCURATORE GENERALE LUPACCHINI E DEL PROCURATORE CAPO DELLA REPUBBLICA DI PAOLA BRUNI

Per il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Catanzaro Otello Lupacchini, l’opera della magistratura è solo il punto di inizio: «Vengo spesso qui a Cosenza quando sono invitato. Colgo l’occasione per smentire qualche articolo di stampa – puntualizza Lupacchini – , estremamente spregiudicato, che vorrebbe costituisca un asse con altri due procuratori della zona, contro un procuratore aggiunto e un sostituto procuratore della zona. Non c’è nulla di tutto questo, anche perchè cerco di mantenere un profilo istituzionale. Evidentemente c’è poi chi si fida del Procuratore generale e chi vede il Procuratore generale come un nemico; ma io non sono il nemico di nessuno, cerco solo di far rispettare le regole nei limiti di quelle che sono le mie competenze. Per ritornare all’odierna operazione, ogni operazione coordinata dalla magistratura, che perviene ad esiti come quello di cui oggi si sta parlando, evidentemente segnano un momento negativo del sistema della prevenzione; non è un successo della magistratura. La magistratura si limata semplicemente a certificare l’insuccesso della prevenzione. Ed è un punto di partenza e non di arrivo, perchè da questo momento dovranno essere raccolte nel contraddittorio le prove per stabilire se si debba o meno punire».

Per il procuratore capo della Repubblica di Paola Pierpaolo Bruni si tratta di un’indagine che ha fatto emergere la violazione delle norme afferenti le case popolari peraltro con conseguente danno per coloro i quali avevano diritto a quella assegnazione. Sono state utilizzate risorse pubbliche per pagare il prezzo di una bonifica dei locali comunali dove la Procura aveva installato intercettazioni ambientali. L’inchiesta ha preso spunto da un’attività posta in essere dalla Procura volta a ricostruire una serie di illeciti e reati della pubblica amministrazione di cui si occupa un gruppo di lavoro costituito ad hoc. Al momento noi procediamo per una serie di condotte di falso, peculato, abuso d’ufficio. I vantaggi sono in capo a chi non aveva diritto ad ottenere la casa popolare, a danno di chi invece quel diritto aveva.

 

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