Il centro storico di Cosenza resta al centro della discussione ma il primo cittadino, sottolinea che l’accostamento tra questo e il Ponte di Calatrava non ha alcun senso e poi sottolinea quello che è stato fatto e quello che si può fare: “Non siamo perfetti ma siamo disponibili”.
COSENZA – Non torna indietro sul servizio trasmesso da Rai2 nel programma Nemo, Mario Occhiuto che lo considera “chiaramente costruito a tavolino perchè metteva in relazione alcuni fatti che non c’entrano nulla, cioè la costruzione di un’opera pubblica con lo stato fatiscente di alcune case del centro storico. La costruzione del servizio – spiega il sindaco – era chiaramente ‘interessata’ e c’erano cose false. Per esempio è stata intervistata una signora, la cui casa non era a Cosenza. Altri signori, che occupavano delle case abusive che erano state chiuse con un’ordinanza, sono stati trasferiti a spese del Comune in altre case. Ed è una cosa molto grave perchè si costruisce con false immagini e informazioni, un servizio a tavolino per gettare discredito alla città di Cosenza”.
Il sindaco di Cosenza, intervistato ai microfoni di Rlb nella trasmissione Informattiva, punta ancora una volta sulla necessità di rilanciare il centro storico dal punto di vista turistico, unico modo per incentivare i privati ad investire, sia sulle proprietà immobiliari ma anche in attività e locali commerciali.
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“E’ chiaro che i lavori nel centro storico sono molto lenti perchè, quando si restaura un fabbricato antico ci sono vincoli, paesaggistici, idrogeologici, blocchi continui… una città costruita nei secoli non si può pensare in pochi anni di restaurarla”. Pretenderlo, secondo Occhiuto “è indice di un comportamento pretestuoso, strumentale e questa situazione fa male a tutti”. Cosa diversa è dire che si può intervenire con facilità: “queste sono case di privati – ribadisce il sindaco – tant’è che ho emesso diverse ordinanze. L’unico modo per risolverlo è acquistare le case e recuperarle. Abbiamo intrapreso questo percorso, ma dopo aver fatto altro: restaurato gli edifici pubblici, potenziato l’illuminazione, la raccolta differenziata, i servizi turistici, la zona franca con gli sgravi… Ma io mi chiedo: prima cosa era stato fatto?”.
“I privati devono fare la loro parte”
“Abbiamo ristrutturato numerose attività – continua Occhiuto – e poi abbiamo dato i locali anche gratuitamente, arredandoli, ed abbiamo anche ricevuto lamentele perchè le persone, al centro storico, non ci vanno. Se noi non incentiviamo e stimoliamo il turismo, l’apertura di nuovi locali, è chiaro che il centro storico non vivrà mai. Per questo abbiamo puntato su Alarico, sui fiumi navigabili che sono una risorsa e vanno potenziati…”.
Politiche del welfare
In questo ambito “c’è un’azione complessiva che non riguarda solo il centro storico ma l’intera città. Alcune persone che sono state intervistate nel servizio di Nemo per esempio, successivamente in un altro filmato, mostrano la casa in cui abitano e che è stata data dal Comune. Abbiamo istituito, e forse siamo l’unico comune, fondi del Comune, la possibilità di ricorrere all’emergenza abitativa. Sostanzialmente il Comune paga l’affitto o una parte dell’affitto alle persone indigenti e tutti quelli che hanno fatto richiesta ed hanno i requisiti possono avere questo contributo. Forse neanche in Emilia è stata prodotta questa azione estesa ai richiedenti ed a volte è difficile operare in questo senso, perchè molti non vogliono nemmeno affittare”.
“Non siamo perfetti, ma siamo disponibili”
“Abbiamo risolto il problema dei campi rom, di via Reggio Calabria, e ora le persone sono sparse nella città e vivono nelle abitazioni e non nelle baracche. Ma ci sono altre situazioni che vengono seguite dai servizi sociali: siamo l’unico Comune – sottolinea il primo cittadino – che offre un servizio di trasporto per soggetti disabili a chiamata individuale, un servizio domiciliare a casa degli anziani con il personale delle cooperative di tipo A. Ma su tutto questo, non abbiamo fatto strumentalizzazioni. La cosa vergognosa di quel servizio è che sapevano che quelle persone abitavano in una casa da 140 metri quadri, a spese del Comune, e che il problema era stato risolto. Addirittura uno di questi signori, aveva riaperto una casa che era stata chiusa. Noi non siamo perfetti ma siamo disponibili. e questa cattiveria nel voler denigrare, non tanto me ma la città di Cosenza, non la sopporto”.
