COSENZA – Stetoscopio istituzionale. La delicata questione dello stato di crisi in cui versa l’ospedale civile dell’Annunziata, non ha lasciato indifferente il sindaco Mario Occhiuto
che, ieri mattina, in compagnia dell’assessore Carmine Vizza, ha varcato la soglia d’ingresso del nosocomio, per rendersi conto dal vivo dello stato di salute di “Annunziata”, storica figura della sanità pubblica cittadina e regionale. Occhiuto e Vizza, accompagnati nel loro sopralluogo istituzionale tra i reparti dal direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera, Franco De Rosa, hanno visitato per primo Ortopedia, considerato allo stato il malato più grave. La diagnosi di rischio con cui il “paziente” è stato ricoverato in rianimazione per problemi di carenza di personale e altre disfunzioni “burocratiche e gestionali” certifica che dopo la sospensione, a tempo indeterminato, dei ricoveri ordinari, rischia di mandare per un altro lungo periodo di tempo, in trazione e immobilità l’ambulatorio, che già da domani mattina potrebbe sospendere le prenotazioni. Dopo Ortopedia, il sindaco e l’assessore hanno visitato il Dea, la mega struttura ospedaliera pensata per ospitare le emergenze, completata da tempo, ma mai aperta all’utenza. Nel corso della loro visita, Mario Occhiuto e Carmine Vizza, hanno preso appunto, segnandosi le prerogative delle emergenze da affrontare. L’impegno di entrambi è quello di scongiurare la paralisi del sistema sanitario cosentino. «Mi impegno – ha dichiarato il sindaco – sin da subito, a fare in modo che nessun reparto venga chiuso e che al personale medico, paramedico ed infermieristico, ma soprattutto alla tanta utenza che si rivolge quotidianamente all’Annunziata vengano sempre garantiti i livelli essenziali di assistenza. Chiedo inoltre al direttore generale dell’Azienda ospedaliera di astenersi dall’assumere determinazioni di chiusura dei reparti o sospensione dei servizi e dal compiere tutti quegli atti che possono pregiudicare il diritto alla salute dei cittadini. In caso contrario – conclude Occhiuto – faremo quello che è in nostro potere».
Il sindaco non lo dice apertamente, ma sarebbe pronto ad emettere delle ordinanze di riapertura immediata di quei reparti che verrebbero colpiti da un provvedimento di chiusura. Il dg Paolo Gangemi sta cercando, dal canto suo, di risolvere il problema dei precari che al 31 dicembre vedranno scadere i loro contratti di assunzione temporanea, senza alcuna possibilità di rinnovo. Lo stop è strettamente legato al piano di rientro, deciso dalla Regione Calabria, per contenere i costi della sanità e ridurre il buco che s’è allargato come una voragine tra i conti dell’Annunziata. I numeri del personale in uscita fa rabbrividire: 1500 unità, alle quali bisogna aggiungere le 439 stabilizzazioni Asp, bocciate dalla Corte Costituzionale. Insomma un quadro allarmante, dove non mancano polemiche e dichiarazioni infuocate. Nelle scorse settimane, infatti, proprio sulla delicata questione dell’ospedale s’è registrato un acceso “botta e risposta” tra lo stesso Paolo Gangemi e il presidente della Provincia, Mario Oliverio, senza dimenticare le note “pepate” di Michele Filippelli, presidente nazionale di Difendiamo la liberta’ che ha attaccato il diggì dell’Annunziata, ricordandogli che «il suo ruolo è quello di fare gli interessi della sanità pubblica e non il mezzo per fare politica».
Lo stesso Gangemi, in più di una circostanza, non ha esitato il prefetto Raffaele Cannizzaro a precettare l’Azienda ospedaliera, così da poter assumere personale in modo da poter – secondo la proposta del dg – garantire imassimi livelli essenziali d’assistenza. Insomma “Annunziata” è e resta un malato grave, attaccata al respiratore. Chissà ancora per quanto.
