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Coop B: nuovo blitz della Digos

COSENZA- Ancora un blitz. La delicata inchiesta giudiziaria suelle Coop di tipo B, disposta dalla Procura della Repubblica, e delegata alla Digos della Questura di Cosenza, va avanti.

Dopo i vari controlli di routine e l’acquisizione di importanti documenti contabili, all’interno della casa comunale, ieri mattina gli agenti della Digos, coordinati dal vicequestore aggiunti, Pietro Gerace, si sono presentati presso le sedi legali delle onlus per prelevare documenti contabili e altri fascicoli, ritenuti importanti ai fini dell’inchiesta. Il punto di partenza dell’indagine è quello di accertare se non siano state commesse irregolarità nelle gestione dei fondi destinate alle Coop, che, mensilmente aggravano il bilancio, già asfittico, delle casse di Palazzo dei Bruzi. Ma dietro questa verifica gestionale e contabile c’è il sospetto che le quarantasette coop di tipo B che danno lavoro a più di quattrocento persone, siano “controllate” dalla lunga manus della criminalità organizzata in cambio di “voti”. Un sospetto sul quale il procuratore capo Dario Granieri, il suo aggiunto Domenico Airoma e il pm Antonio Bruno Tridico, cercano conferme. Ieri, dicevamo, il blitz. Gli agenti della Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali, di buon mattino, si sono presentati presso le sedi legali di quattro delle quarantasette coop di tipo B, per prendere “in consegna” tutto il materiale contabile, necessario per fare chiarezza sulla vicenda. Una vicenda legata alla voce di bilancio “spese” reletive alle onlus che, per via dell’aumento dei costi di gestione e per le difficoltà di bilancio del Comune, sta progressivamente spingendo Palazzo dei Bruzi verso il crac finanziario. Sì, perchè, se i dipendenti “ufficiali” assunti dalle Coop sono 450 persone, non bisogna dimenticare che dietro c’è un altro ugualmente elevato dato rilevante di prestatori d’opera che svolgono i servizi di esternalizzazione per conto delle Coop. Altro interessante punto interrogativo, sul quale gli inquirenti cercano risposte, sono le modalità d’assunzione, ancora poco chiare. Tutta la documentazione prelevata, presa in consegna dai “segugi” del vicequestore Pietro Gerace, verrà attentamente spulciata dagli inquirenti, alla ricerca di qualche utile indizio. Nell’attesa di scoprire qualche “nota stonata” sul pentagramma dei costi, le indagini verranno allargate anche alle altre Coop. 

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