Lo scrittore francese “dipinge” la città bruzia: «Molto molto bella, suggestiva, viva e creativa, simile architettonicamente ad alcune città francesi»
COSENZA – Nel mezzo del suo week end bruzio che lo vede in scena al Rendano, tra la matinée di sabato dedicata alle scuole e lo spettacolo domenicale del pomeriggio inserito nel cartellone di Prosa “L’altro teatro”, lo scrittore Daniel Pennac questa mattina ha tenuto a non far mancare la sua visita a palazzo dei Bruzi dove a riceverlo c’era il sindaco Mario Occhiuto. “È un grandissimo onore per noi – ha affermato Occhiuto – accogliere un maestro della scrittura contemporanea, autore di romanzi cult tra i più apprezzati al mondo, e ascoltarlo dal vivo mentre pronuncia parole di elogio per la nostra città”. Ad accompagnare in municipio Pennac (celebre per aver fatto del capro espiatore di professione la cifra suggestiva delle sue opere), oltre a Eva Catizone qui nelle vesti non solo di componente dello staff Cultura dell’Esecutivo comunale ma anche di traduttrice di una piacevole conversazione italo-francese, c’era l’intera compagnia che segue Pennac nella tournée di “Un amore esemplare”.
Stamani, nel corso della visita in Comune che davvero aveva un respiro internazionale, non poteva che esserci pure la dolce Florence Cestac, che l’amore esemplare tra Jean e Germaine lo ha mirabilmente raffigurato con le sue vignette. “In genere io e Daniel lavoriamo separati – ha detto Florence, vincitrice nel 2000 del prestigioso Grand Prix al festival di Angoulême, tra i più importanti riconoscimenti mondiali nel campo dei fumetti – Ma in occasione di questo libro abbiamo lavorato in simbiosi”.
Uniti dunque nella composizione come invece nella vita i due protagonisti della storia, Jean e Germaine appunto, rimasti a lungo rinchiusi nella mente dell’autore fin da quando, bambino, si era imbattuto a osservare questo rapporto speciale in Costa azzurra. Pennac si è chiesto a lungo come raccontare una relazione d’amore tanto meravigliosa al punto da sembrare inventata. E siccome era convinto che Jean e Germaine meritassero qualcosa in più delle parole, allora si è rivolto a Florence e ai suoi tratti colorati. “Non appena le ho spiegato cosa avevo in mente – ha raccontato nel salone comunale – lei ha capito e ne ha raffigurato i personaggi esattamente come li volevo”.
Parole pronunciate con fascinazione, già impresse nei ricordi di un passaggio che non si è rivelato di natura esclusivamente istituzionale.
