Site icon quicosenza

Pausa di Riflessione – Sapere ascoltare è un arte

Oggi la gente non ascolta, vuole solo parlare, e sembra quasi che, in quello che dovrebbe essere un dialogo, aspetti solo il suo turno per parlare, senza concentrarsi su quello che dicono gli interlocutori. Può capitare, addirittura, di incontrare un amico, di chiedergli come sta e di non aspettare neanche la sua risposta.

 

Alcune volte, questa scarsa inclinazione ad ascoltare determina un effetto positivo, perché riesce a porre un argine al fiume in piena di parole di quelle persone che avvertono un impulso irrefrenabile di parlare di se stessi e che lo farebbero senza porsi limiti se solo non trovassero in essa un ostacolo. Nei casi in cui troviamo qualcuno disposto ad ascoltare, il più delle volte, ci accorgiamo che lo fa solo perché sa che dopo tocca a lui parlare, praticamente ascolta non per capire ma solo perché ha una voglia incontenibile di rispondere. Non vi è alcun dubbio che pur volendo ascoltare,in alcune situazioni, non è facile farlo con serenità. Molte volte, come ha detto di recente Papa Francesco, preferiamo sostituire l’ascolto con le mail, i messaggi e le chat, finendo in questo modo di privarci dei volti, degli sguardi e degli abbracci delle persone con le quali potremmo comunicare in altri modi se solo lo volessimo, essendo questi spesso a portata di mano.

A parziale discolpa di chi vuole solo parlare ed ha difficoltà ad ascoltare c’è un fatto che non può essere sottaciuto: un essere umano ha un estremo bisogno di raccontare a qualcuno quello che ha dentro, perché è solo così che riesce ad esorcizzare le sue paure, ad alleggerirsi di un peso che senza tirarlo fuori diventa opprimente. In altri termini, come dice Goethe, il parlare diventa un bisogno. Mentre ascoltare resta sempre un’arte.

Sapere ascoltare è davvero un’arte se pensiamo che per farlo sono richieste tante qualità, tra le quali c’è innanzitutto l’empatia. L’arte dell’ascolto, a differenza dell’arte del parlare, non prevede una scuola o quanto meno delle norme codificate, sebbene le tecniche di comunicazione si soffermino molto sul momento dell’ascolto, e per acquisirla è necessario essere autodidatti. Ascoltare è anche magia perché consente di acquisire la conoscenza delle cose attraverso la presa di possesso di quello che sta dentro la mente ed il cervello di un’altra persona.

E’ ascoltando che si imparano cose nuove e si possono ottenere risultati insperati, come persuadere gli altri. Anche nei confronti di un bambino l’ascolto (come l’esempio), spesso, è più proficuo delle parole. Se è vero che nel parlare, a volte, ci vuole anche coraggio, vi sono casi in cui il restare in ascolto, di coraggio ne richiede molto di più. Ovviamente, l’ascolto deve essere attento, senza pregiudizi, deve essere fatto con interesse, superando quello che è l’azione del semplice sentire. Esso presuppone particolari capacità intellettive, ma soprattutto presuppone un cuore. Ovviamente, una buona conversazione non può essere considerata tale se da una parte ci sono persone che parlano e dall’altra parte persone che restano per tutto il tempo ad ascoltare senza esprimere nessun parere.

Un buon compromesso potrebbe essere quello di parlare senza però parlarsi addosso ed ascoltare di più di quello che normalmente viene spontaneo di fare. Tenendo presente, oltretutto, che anche una persona che in apparenza ci sembra sciocca o che riteniamo tale, può insegnarci sempre qualcosa, quantomeno qualcosa da evitare di dire in altre occasioni, ma non solo questo, dal momento che ognuno di noi, anche il più misero (intellettivamente), a volte, può dire qualcosa di interessante. Privilegiando l’ascolto potremmo dare ragione ad Epitteto, che sosteneva che il motivo per cui abbiamo due orecchie ed una sola lingua è perché dobbiamo ascoltare il doppio rispetto a quello che diciamo.

Exit mobile version