Site icon quicosenza

Serve personale, ma i laureati sono costretti a emigrare. Infermieri cosentini pronti a scendere in piazza

COSENZA – ”Qui c’è il bisogno. Qui occorre personale. Qui serve aiuto”.

Questo l’urlo degli infermieri cosentini di cui si fa portavoce Fausto Sposato, nel duplice ruolo di presidente del Collegio provinciale di Cosenza Ipasvi e presidente del Coordinamento regionale. Sposato alza il livello dello scontro, dopo le scelte politiche e le assunzioni in base alla graduatorie del 2009. “Ben vengano tutti i percorsi che creano occupazione, ma non possiamo tollerare che i nostri giovani, i precari, tutti i neo laureati e quelli che stanno per terminare gli studi non vengano considerati e, quindi, costretti a trovare lavoro altrove”.  Forte di numeri impressionanti (4500 gli infermieri a Cosenza quasi 20mila in tutta la regione) Sposato pretende che si dia voce e spazio alla categoria. “Gli infermieri vogliono essere presi in considerazione. E sono pronti – assicura proprio Sposato – a manifestare nelle piazze per far sì che le decisioni siano condivise e che, soprattutto, non penalizzino i giovani, i precari e chi spera di entrare nel mondo del lavoro”.

 

Ed ancora: “Attingendo a graduatorie scadute da anni si nega a tutti i laureati degli anni successivi la possibilità di accedere ai concorsi pubblici e si nega la speranza, ai tanti che sono emigrati, di rientrare. Inoltre non è concepibile che territori, già mortificati in passato, continuino ad esserlo ancora oggi. Stiamo costringendo i nostri giovani a spostarsi in altre regioni ed in altri paesi. Così facendo perderemo un patrimonio umano dal valore inestimabile”, afferma il rappresentante degli infermieri bruzi. Cosa fare allora? Sposato prova a rilanciare alcune soluzioni, seppure temporanee. Prima cosa: tamponare le assenze con le graduatorie esistenti. Di conseguenza – altra proposta – si portino a termine tutti i bandi già pubblicati. E, nel frattempo, si dia finalmente avvio a tutte le procedure per l’espletamento dei concorsi. In buona sostanza il pensiero del presidente è questo: non si può pensare di assumere personale da vecchie graduatorie se prima non si stabilizza il gruppo dei precari in attesa da anni. Sposato annuncia di aver chiesto a più riprese un incontro con il Commissario Scura ed il Presidente Oliverio. Entrambi, però, non hanno ancora inteso rapportarsi con gli infermieri.

 

“Nessuna risposta, siamo ancora in attesa. Tutta la categoria merita ascolto e rispetto”, puntualizza. Tra l’altro gli infermieri sono realmente importanti. E devono essere sentiti in questo particolare momento anche alla luce del nuovo decreto in cui si parla di intensità di cura, di cui dovrebbero occuparsi proprio loro”. E’ palese che c’è una classe dirigente che ha fallito ed è tempo che si costruiscano nuovi percorsi con nuovi protagonisti, che sappiano gestire la sanità e che abbiano le competenze necessarie. Oltre alle graduatorie, alle assunzioni ed a queste polemiche non dimentichiamoci che la maggior parte delle strutture sono fatiscenti, non hanno i requisiti per rispondere alle richieste di accoglienza dell’utenza e sono inoltre carenti di personale di supporto. Se a questo aggiungiamo gli abusi di alcuni dirigenti, fermi, ancora oggi, a dinamiche e concetti vecchi della figura infermieristica credo che il quadro sia completo. Se non si pensa ad un ospedale strutturalmente adeguato, al passo con i tempi, non si va da nessuna parte”, insiste Sposato. Gli infermieri insomma scendono in campo. Per i precari, per i giovani, per i neo laureati e per i loro diritti, troppo spesso accantonati. “Faremo sentire la nostra voce. In piazza, tra la gente“, assicura il presidente Ipasvi Fausto Sposato.

Exit mobile version