SCALEA (CS) – Esasperazione e rabbia per la continua emergenza rifiuti hanno spinto una donna a scrivere alle autorità una missiva al vetriolo.
“A Scalea – scrive la cittadina indignata – dal dominio della ‘ndrangheta siamo passati ai commissari, i “Signori” prefetti ben pagati, non sono capaci di affrontare l’emergenza rifiuti dei mesi estivi quando la cittadina si popola dagli 11mila residenti ai 100-120mila turisti. Hanno affrontato in modo barbaro la differenziata senza mezzi e cassonetti, cosa da mangiarsi il fegato. Buste e buste colorate ecco la loro differenziata, orrendamente appese alle cancellate e abbandonate dovunque sotto il sole rovente dell’estate almeno l’avessero ritirata gli operatori addetti come avrebbero dovuto giornalmente. Invece no.
Durante tutta l’estate scorsa forse cinque sei prelievi e tutto mischiato dopo che diligentemente e pazientemente facevamo la differenziata ecco che andava tutto dentro lo stesso automezzo. A che serviva farla proprio non lo so. Ho avviato preventivamente – continua la donna – con lettere alla Regione e Provincia, ai signori prefetti e per conoscenza ai media e a molti cittadini, la raccomandazione di non ripetere l’esperienza negativa dello scorso anno ma ho l’impressione che anche quest’anno la cosa si ripeterà purtroppo e noi paghiamo tributi salati soprattutto per la spazzatura e per i tre mesi che vivo nella casa di Scalea mi tocca respirare il puzzo insostenibile della monnezza e i fumi dei roghi. Ho avuto la consapevolezza se non la certezza che lo scorso anno ritiravano dai posti particolarmente sensibili quali alberghi e zone centrali della cittadina e la scaricavano in periferia. Una periferia densamente abitata ma lontano dalla vista. Ma senza ritegno anche lungo Corso Mediterraneo dopo l’Hotel Parco dei Principi c’erano discariche.
Mentre nella vicina Santa Maria del Cedro e poi ancora Diamante per non parlare della pulitissima Belvedere, tutte provviste di tanti ma davvero tanti cassonetti, neanche una carta per terra eppure li i napoletani ci sono e come. A Scalea i signori operatori ecologici sono insufficienti-assenti e quando parli con loro del perchè si comportano così ti rispondono che non li pagano e dunque sono giustificati. Personalmente dal 2005 ho casa a Scalea e solo nel 2013, a città appena commissariata abbiamo avuto finalmente pulizia. Purtroppo quel commissario di Cosenza – continua la turista nauseata – lasciò presto il suo incarico e al suo posto venne una commissaria nientemeno da Palermo e dunque l’estate scorsa punto e daccapo peggio della peggiore amministrazione culminata con gli arresti di Plinius. Ma è questa la Calabria che vogliamo?. Parola mia se ci sarà un’altra estate come quella del 2014 e me ne accorgerò tra pochi giorni, mi precipiterò in Procura a Paola. Ho tutte le prove ed il diritto per farlo”.

