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Caso Loria: storia senza fine

SAN GIOVANNI IN FIORE – Appelli inascoltati. A distanza di otto lunghi anni dalla scomparsa di Pino Loria, inghiottito dal nulla nel settembre del 2005, Immacolata Guzzo, madre del ragazzo continua ad invocare aiuto ad Istituzioni, magistratura e forze dell’ordine,

affinchè portino alla luce le verità sulla scomparsa del suo Pino. «Non smetterò mai di perdere la speranza di sapere dov’è mio figlio e cosa gli è successo. In questa mia ricerca della verità sono stata lasciata quasi sola. Mi appello al procuratore capo della Repubblica di Cosenza, Dario Granieri, ai carabinieri della stazione di San Giovanni in Fiore, ai militari dell’Arma del Comando provinciale di Cosenza e a tutti coloro che possono darmi, anche anonimamente, notizie su Pino». Il viso e gli occhi di Immacolata Guzzo sono segnati dalla sofferenza, dal pianto e dal dolore, inconsolabile, di una madre che non può più stringere a sé suo figlio. Il dramma di questa madre inizia, come detto, nel settembre del 2005. E’ da allora che del suo Pino non sa più nulla. Quel giorno il giovane sangiovannese tornò dal lavoro e, secondo il racconto di alcune persone, salì su un’auto. «Chì c’era alla guida? Dov’era diretto? E perché non s’è fatto più sentire?» Sono queste le domande che, come nella recita di un rosario, la madre di Pino ripete, giungendo le mani e guardando con insistenza il crocifisso, posizionato sopra il suo letto. La madre del giovane di San Giovanni in Fiore continua a respingere con forza l’ipotesi di una fuga volontaria di suo figlio. Teme che Pino possa essere finito nella morsa della spietata “lupara banca”, utilizzata dal tribunale della ‘ndrangheta per “eliminare” persone, facendone sparire i resti, senza lasciare tracce. La vita di Pino Loria è stata caratterizzata da un passato difficile. Il ragazzo, abbandonato dal padre, quand’era ancora piccolo, ha sempre vissuto con sua madre e sua sorella. Di quel padre, di cui ricorda a stento i tratti somatici, è andato via, rifacendosi una vita e una famiglia dal grosso centro silano. Inevitabilmente, accettare quell’improvviso e ingiustificato distacco, è stato per Pino Loria difficile da capire, comprendere, giustificare. L’assenza di una figura paterna ha “spinto” il giovane sangiovannese a stringere amicizie sbagliate, frequentare persone di negativa influenza e finire intrappolato nel labirinto della tossicodipendenza. Del caso di Pino Loria si è occupato a lungo anche “Chi l’ha visto” di Federica Sciarelli. Ma nemmeno dal programma di Rai Tre sono arrivate significative segnalazioni. Il tempo scorre, il dolore aumenta, la disperazione cresce, ma Immacolata Guzzo non vuole mollare. Non vuole perdere la speranza di sapere che suo figlio è ancora vivo.

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