CATANZARO – Un atto dovuto, quello dell’iscrizione nel registro degli indagati, di otto persone, tra medici ed infermieri.
L’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro è stata avviata a seguito della morte della giovane catanzarese Catia Caloiero, 39 anni, originaria di Taverna ma residente a Squillace, deceduta domenica dopo aver partorito la propria bambina all’Ospedale Pugliese. Nei confronti degli otto indagati s’ipotizza il reato di omicidio colposo. L’iscrizione nel registro degli indagati è, secondo gli inquirenti, un atto dovuto per consentire alle otto persone di poter nominare i loro consulenti per l’autopsia in corso nell’istituto di medicina legale del Policlinico universitario del capoluogo calabrese. Gli esiti degli accertamenti saranno depositati entro 90 giorni. La donna ha partorito domenica scorsa una bambina e successivamente le sue condizioni si sono aggravate. I medici hanno disposto alcune trasfusioni, ma la paziente è morta poco dopo. I familiari della trentanovenne hanno presentato denuncia. Sulla vicenda anche l’azienda ospedaliera ha avviato accertamenti. Ieri pomeriggio intanto è stata effettuata, all’Istituto di medicina legale del Policlinico universitario, a Catanzaro, l’esame autoptico sul corpo della giovane. L’incarico e’ stato affidato ai medici legali Federica Colosimo e Giuseppe Sorrenti dal sostituto procuratore Saverio Vertuccio che sta coordinando le indagini svolte dalla Polizia di Stato. Entro 90 giorni sara’ quindi depositata la relazione ufficiale mirata a chiarire le cause della morte della 39enne e, in particolare, se rispetto ad essa siano ravvisabili fattori di natura traumatica o comunque se siano ravvisabili nelle condotte dei sanitari che l’hanno avuta in cura a far data dal suo ingresso in ospedale, avvenuto il 17 aprile, profili di colpa professionale. Un responso che sara’ determinante, dunque, per far luce sulla drammatica vicenda portata all’attenzione degli inquirenti dai familiari che hanno sporto una denuncia, cui e’ seguita l’immediata acquisizione da parte degli investigatori della documentazione medica contenuta nella cartella clinica della donna, mentre l’Azienda ospedaliera ha subito reso noto di aver nominato una commissione interna per indagare sull’accaduto.

