LAMEZIA TERME – Tintinnano le manette per i sanguinosi delitti consumatisi nel corso della recente guerra di mafia tra le cosche del lametino.
La squadra mobile di Catanzaro, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, ha eseguito tre arresti per due omicidi avvenuti a Lamezia Terme nel 2003 e nel 2008 nell’ambito di una faida di ‘ndrangheta tra il clan dei Giampà, da una parte, e dei Cerra-Torcasio-Gualtieri dall’altra. I due omicidi, uno dei quali commesso in una strada del centro di Lamezia e l’altro nel parcheggio di un supermercato molto frequentato, destarono all’epoca, secondo quanto riferisce la polizia, particolare allarme. Uno degli arrestati, accusato di essere il mandante di uno degli omicidi, è titolare di un’attività di ristorazione e di un bar-pasticceria molto noti a Lamezia Terme. Ad uno degli arrestati viene contestato anche il reato di estorsione, aggravata dal metodo mafioso, ai danni di un commerciante del circondario.
I particolari delle indagini
In manette è finito Pasquale Torcasio, ritenuto presunto mandante dell’omicidio di Giuseppe Torcasio, ucciso il 22 ottobre 2003 all’interno del parcheggio di un supermercato, davanti a decine di persone. Un delitto originato da una vendetta personale non legata a questioni di ‘ndrangheta ma messa in atto da affiliati alle cosche della città. Torcasio è titolare del noto ristorante ‘Bonsai’ e di un bar-pasticceria. A parlare delle responsabilità di Giuseppe Torcasio, che non è legato a cosche della ‘ndrangheta lametina, è stato il cugino Angelo Torcasio, un affiliato che poi ha deciso di collaborare con la Direzione distrettuale antimafia autoaccusandosi di essere l’autore materiale del delitto. Giuseppe Torcasio, secondo l’accusa, approfittando della parentela con un affiliato, gli avrebbe chiesto di uccidere Giuseppe Torcasio perché autore dell’omicidio di Antonio Torcasio, fratello del ristoratore, avvenuto nel 1994. Per quel delitto Giuseppe Torcasio fu arrestato il giorno stesso del fatto e poi condannato, grazie alla concessione del beneficio della seminfermità mentale, ad otto anni di reclusione, pena che aveva finito di scontare un anno prima di essere ucciso a sua volta. Un altro arrestato è Saverio Giampà, accusato di avere avuto un ruolo nel delitto di Bruno Cittadino, ucciso il 31 luglio 2008 nel centro di Lamezia Terme, davanti alle onoranze funebri di cui la vittima era dipendente. Il terzo arrestato, Pasquale Ruiz, infine, sarebbe accusato solo di estorsione aggravata dalla metodologia mafiosa nei confronti di un commerciante.

