CASTROLIBERO – Messaggio inquietante? Notte di fuoco e paura in via dell’Unità 10 di Castrolibero, per lo scoppio di un incendio che, in poco tempo,
ha divorato gli internii di una Smart, facendo esplodere i finiestrini e riducendo ad un ammasso di lamiere fumanti la carrozzeria dell’utilitaria. Sull’incendio, in seguito ad una segnalazioni arrivata alla sala operativa dei vigili del fuoco di Cosenza, sono intervenuti i pompieri del comando provinciale di viale della Repubblica che solo dopo ore di intenso lavoro, sono riusciti a domare le fiamme. Sul posto, per le indagini di loro competenza, sono intervenuti i carabinieri della stazione di Castrolibero, coordinati dal maresciallo Vincenzo Cozzarelli. L’auto distrutta dalle fiamme (si segue con insistenza la matrice dolosa, ndr) è di proprietà di noti imprenditori della città, titolari di negozi nel ramo abbigliamento, era parcheggiata sotto casa dei proprietari. Il crepitio del fuoco e i lampi di luce, creati dalle alte lingue di fuoco, hanno richiamato l’attenzione dei residenti di via dell’Unità, affacciatisi dai balconi e dalle finestre e scesi in strada per capire meglio cosa stesse succedendo. La richiesta d’intervento alla sala operativa è arrivata mezz’ora dopo le 2. Immediatamente dalla sede del comando è partita una squadra di vigili del fuoco. I pompieri, dopo aver spento le fiamme, messo in sicurezza l’autoe controllato che non ci fossero problemi di nessuna natura e nessun rischio per l’incolumità pubblica, hanno effettuato un sopralluogo nelle vicinanze dell’auto, senza, a quanto pare, trovare nulla di interessante. Il fuoco, infatti, con la sua violenza ha “cancellato” qualsiasi indizio utile alle indagini. I carabinieri della stazione di Castrolibero, avviando le indagini, invece, si sono accorti che sulla parte anteriore dell’auto, si intravedevano, seppur non in maniera nitida, alcune macchie, compatibili con i segni lasciati da liquido infiammabile. I proprietari dell’utilitaria, immediatamente ascoltati, non hanno dare alcuna spiegazine logica sull’accaduto, escludendo ipotesi di natura intimidatoria, non avendo ricevuto minacce o pressioni di ogni genere. Si sa, purtroppo, che la legge dell’Antistato mette paura ai commercianti che, sono costretti, per paura, per vergogna o per tranquillità, accettare di “pagare” la traquillità della criminalità organizzata per non avere scocciature. Purtroppo, a fronte di una costante impennata di episodi intimidatori (auto incendiate, saracinesche prese come bersaglio dai proiettili, taniche di benzina lasciate sulle porte d’ingresso e altri “inquietanti” segnali dei “vigliacchi” di turno) è sempre in netto calo la percentuale degli imprenditori che decidono di rivolgersi a magistratura e forze dell’ordine per denunciare fatti simili. I “fantasmi”, assoldati dalla mala per pochi spiccioli, agiscono nella notte, condizionando psicologicamente con la strategia della paura chi si rifiuta di pagare, chi ritarda nel versare la quota nei tempi stabiliti o chi, pur ricevendo minacce e pressioni, decide di non abbassare la testa e andare avanti.
