Dopo circa otto mesi è stata rigettata la richiesta d’arresto formulata dall’Antimafia. Greco è accusato di aver barattato voti con posti di lavoro
CATANZARO – Orlandino Greco e Aldo Figliuzzi non finiranno in manette. A deciderlo è stato oggi il Tribunale del Riesame che a distanza di oltre otto mesi dalla richiesta d’arresto formulata a febbraio dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro si è espresso in merito alla posizione dei due politici cosentino. L’ex sindaco di Castrolibero, oggi consigliere regionale, Orlandino Greco e l’ex consigliere della Provincia di Cosenza Aldo Figliuzzi sono accusati di voto di scambio. Per loro il pm Pierpaolo Bruni aveva già chiesto il loro l’arresto insieme a cinque presunti esponenti del clan Rango – Zingari. La richiesta fu respinta dal Tribunale della Libertà e poi riformulata in base alle dichiarazioni di sei collaboratori di giustizia: Roberto Calabrese Violetta, Adolfo Foggetti, Ernesto Foggetti, Marco Massaro, Daniele Lamanna ed Edyta Kopaczynska. Secondo gli inquirenti Orlandino Greco e Aldo Figliuzzi avrebbero trattato con l’allora reggente del clan Bella – Bella, Michele Bruni, per acquisire il consenso elettorale della criminalità organizzata in cambio di posti di lavoro. Le prove raccolte dal Procuratore della DDA Gratteri, dopo la ‘bocciatura’ della richiesta di Bruni avvenuta a dicembre, sono state ritenute dal Tribunale del Riesame insufficienti a determinare l’arresto dei due politici cosentini.
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