CATANZARO – Terrorizza e spaventa chi ci vive, uno dei noti quartieri del catanzarese, Pistoia.
I genitori rimangono affacciati per aspettare i propri figli, la criminalità è altamente aumentata, ma questo perchè?Il perché è molto semplice e lo racconta un’anziana signora: “La sera non si può nemmeno più passeggiare in tranquillità, scorgi negli angoli nascosti dei porticati scene che vorresti non aver visto mai nella vita, qui il male oscuro è la droga”.
La droga è la piaga che sta rovinando anche questo quartiere, una causa che porta a mentire, rubare e spacciare sostanze illecite.
La strada che collega il rione “Pistoia” a Viale Magna Graecia, una delle arterie principali del capoluogo, passa per la vecchia ferrovia inattiva, dove oltre ad un “trenino” solitario, quello che i catanzaresi definiscono “la calabro”, ossia il treno delle Ferrovie della Calabria, c’è un vecchio ed inutilizzato casello ferroviario. Oltre al rumore della “Calabro” e al casello, un silenzio inquietante, una solitudine inquietante. Se le pareti di quel casello, ormai semidistrutto, potessero parlare, racconterebbero i bei momenti, molto lontani, in cui il casellante calava le sbarre del passaggio a livello per far transitare il treno diretto a Catanzaro Sala. Oggi, invece, quelle pareti raccontano un’altra storia, fatta di prostituzione, tossicodipendenti e timori. L’ultimo treno delle Ferrovie della Calabria, arriva a “Pistoia”, fermata obbligata, alle otto e quaranta circa ed è già buio. Chi scende non osa nemmeno guardare in quella direzione per evitare di scorgere ciò che non dovrebbe vedere: il casello, deturpato e scassinato, è diventato la dimora di chi non trova un posto migliore per drogarsi e guai a soffermarsi a guardare, si rischia l’invettiva di chi vi “alloggia”, se tutto va bene. Molte le proteste della comunità che chiede lo smantellamento del casello, per evitare pericoli, ma per ora tutto tace. Eppure un vecchio casello non serve a nessuno. Il rione “Pistoia” salta agli onori della cronaca ogni giorno. La gente si sente abbandonata dalle istituzioni che “arrivano, si fanno la passerella televisiva, inaugurano strutture, che poi non vengono aperte, e vanno via. Tanto loro non abitano qui!”. Questa l’amara realtà di una delle tante e tristi storie raccontate da chi a Catanzaro si sente abbandonato.
