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Interrogatori falsi incidenti ed infanticidio, crollo emotivo della madre del bimbo morto

COSENZA – Ha iniziato a rispondere alle domande del giudice, ma poi ha avuto un crollo emotivo ed ha preferito restare in silenzio.

E’ quanto è accaduto stamane a Castrovillari durante l’interrogatorio di garanzia di Stefania Russo, la donna accusata di aver organizzato un falso incidente per simulare un aborto e di aver lasciato morire il neonato in modo da incassare un risarcimento maggiore dall’assicurazione. La donna, difesa dall’avvocato Fabio Salcina, è comparsa stamane davanti al giudice per le indagini preliminari di Castrovillari, Letizia Benigno, che ha disposto i domiciliari nei suoi confronti e di altre tre persone tra cui Saverio Garasto il medico dell’ospedale di Corigliano Calabro che avrebbe assistito la donna nel parto prematuro in cui il nascituro non sarebbe, secondo quanto dichiarato dagli inquirenti, stato assistito per causarne, volontariamente, con il consenso della partoriente, il decesso. Episodio che sarebbe poi stato confermato dall’autopsia.

 

“Ritengo – ha detto l’avv. Salcina – che la realtà dei fatti sia diversa rispetto a quanto sostenuto dalla Procura, perché non c’è alcuna richiesta di risarcimento danni, nè la signora ha mai riscosso alcun premio. La Procura dovrà anche dimostrare se e come sarebbe stato indotto l’aborto. Anche i consulenti del pm hanno avuto delle incertezze nel concludere la perizia. Lo dimostra il fatto che la pinza di Martin, strumento con il quale si ritiene che sia stato indotto l’aborto, viene utilizzata solo nelle prime settimane di vita e non è utilizzabile su un feto di 800 grammi al settimo mese di gestazione. Faremo ricorso al Tribunale della libertà”. Il risarcimento, secondo quanto dichiarato dagli inquirenti, non sarebbe stato liquidato a causa dell’inchiesta giudiziaria in corso.

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