Site icon quicosenza

Elezioni ordine dei giornalisti, il presidente Soluri: “combattere la crisi con la correttezza” (AUDIO)

Domani dalle 10 alle 18 si terranno al Benny Hotel di Catanzaro le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti della Calabria. Con il presidente Giuseppe Soluri le evoluzioni, i cambiamenti e le prospettive per i giornalisti calabresi.

 

COSENZA – Le elezioni si svolgono con oltre un anno di ritardo rispetto alla naturale scadenza del mandato triennale perché è stato necessario attendere che venisse portata a compimento la riforma dell’Ordine nazionale che riduce a non più di 60 i componenti del Consiglio nazionale (contro gli attuali 156) con un rapporto tra giornalisti professionisti e pubblicisti di 2 a 1. Rimane tutto invariato, invece, per il Consiglio regionale che sarà composto da 9 consigliFeri, di cui sei giornalisti professionisti e tre pubblicisti.

In vista dell’appuntamento di domani, importante per tutta la categoria dei giornalisti calabresi, professionisti e pubblicisti, chiamati a scegliere i propri rappresentanti nell’Ordine regionale, il presidente, dott. Giuseppe Soluri, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Rlb Radioattiva, per sottolineare i cambiamenti, le evoluzioni e anche le criticità della categoria dei giornalisti, partendo dall’incidenza e dalla sempre maggiore diffusione dell’informazione online fino alla crisi di un settore, che – è convinto il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria – prima o poi sarà superata, ma solo se si segue la strada della correttezza.

ASCOLTA L’INTERVISTA 

[audio_mp3 url=”https://www.quicosenza.it/news/wp-content/uploads/2017/09/SOLURI.mp3″]

Partendo dalle elezioni in programma domani, il presidente Soluri ha spiegato: “si vota con un anno e oltre di ritardo, per la riforma dell’Ordine sulla quale il Parlamento si è attardato. Ora siamo arrivati all’appuntamento elettorale anche se, va ribadito, elettorale non è. Ci tengo a sottolineare che per l’Ordine dei giornalisti infatti, non deve esserci nessun elemento di natura politica: l’ordine è una struttura burocratica a servizio degli iscritti con compiti ben definiti, che non possono essere ne allargati o ridotti da chi governa l’Ordine. Non possiamo fare programmi che non siano quelli previsti dai nostri regolamenti”.

Il cambiamento del settore e l’informazione online

“Il mondo del giornalista e il lavoro del giornalista in questi ultimi anni è molto cambiato. L’avvento di internet ha determinato uno sconvolgimento vero e proprio del nostro lavoro; intanto perchè sono nate tante testate online, e perché l’informazione on line è diventata estremamente importante. Questo ha determinato la necessità per chi svolge questo lavoro in altri ambiti, diciamo più tradizionali (carta stampata, radio o televisione) di adeguarsi a queste novità.

Cambiano gli strumenti ma non i ‘valori’ dell’informazione

“E’ un dato fondamentale: questa è una professione che può sopravvivere e ribadire la propria centralità in uno scacchiere democratico, e che serve a fare in modo che ci siano più voci e possibilità per tutti di dire la propria sugli organi di informazione, ma sopravvive solo se riusciamo sempre ad ancorarci sui principi cardine: la verità dei fatti, la correttezza dell’informazione e la necessità di non piegare l’informazione a fini di parte che siano di tipo personale, lobbistico, partitico, politico o economico. Questi sono i nostri valori fondanti che dobbiamo difendere sempre e comunque, e che dobbiamo perseguire se vogliamo che questa professione venga riconosciuta come importante nell’ambito della comunità democratica nella quale viviamo”.

La casta dei giornalisti, ma esiste davvero?

“Definire quella dei giornalisti una casta è assurdo – spiega il presidente Soluri. – Questa è una categoria che, oggi più che mai, vive la precarietà del lavoro, la difficoltà, che ha pessimi guadagni, e non può essere certo una casta. Semmai è una categoria che lavora moltissimo e guadagna pochissimo. Non è certo questa la casta….”.

Direttiva europea e corsi di formazione

“E’ importante tenersi aggiornati nel proprio lavoro e ognuno avrebbe dovuto farlo sempre e autonomamente. In base ad una direttiva europea recepita dallo Stato Italiano, tutti gli ordini e noin possiamo esimerci nel farla applicare. Gli ordini hanno l’obbligo di procedere alla formazione e questo obbligo è scattato anche per i giornalisti. Capisco (anche per me è così) che possa essere anche fastidioso partecipare al corso di formazione soprattutto se in quella stessa giornata si hanno problemi o impegni di lavoro. E’ una legge dello Stato che riguarda tutti gli ordini naturalmente abbiamo sempre cercato, anche in questo ambito, aiutare nei limiti del possibile, a frequentarli e a superare anche le difficoltà che sono state generate dalla piattaforma nazionale anche sobbarcandoci un lavoro interno. Ma è un dato che dobbiamo tenere presente: la formazione è un obbligo. Per fortuna il rovescio della medaglia di questo obbligo è che si sia obbligati ad aggiornarsi. E con i mutamenti continui del mondo dell’informazione l’obbligo diventa una necessità”.

La crisi del settore: servono certezze di lavoro e correttezza

“E’ chiaro che il mondo dell’informazione è sempre più variegato, con testate di vario genere, e bisognerà attendere che queste novità si sedimentino e portino alla creazione e mantenimento di strutture stabili che diano certezze di lavoro, e anche alle stesse strutture, la possibilità di sopravvivere. Il problema è che il sistema complessivo è in crisi e quello dell’informazione lo è ancora di più. Per questo motivo tutte le aziende o quasi, sono in difficoltà. Fin quando non si supereranno queste difficoltà di natura soprattutto economica, inevitabilmente questo precariato finirà. Quando si sedimenteranno le cose e ci saranno strutture stabili (e questo avverrà, anche se non sappiamo quanto, perchè è nella naturalità delle cose) le aziende e le strutture potranno investire molto di più, e quindi anche sul lavoro dei giornalisti. Naturalmente perchè ci spossa essere questa sedimentazione e si rafforzino le strutture serie, che fanno un lavoro corretto, è necessario che tutti si adeguino alle norme che devono valere per tutti e non devono valere solo per qualcuno. Perchè chi non è allineato danneggia le aziende più corrette”.

 

 

Exit mobile version