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Inchiesta “Reale-Ippocrate”: condannati Quartucci e Moro

REGGIO CALABRIA – Camici “macchiati”. Avevano talmente tanto tenuto fede al giuramento di “Ippocrate” che pur di non violarlo, non avevano esitato a garantire assistenza sanitaria ai boss del reggino, facendoli figurare affetti da patologie gravi ed incompatibili con la durezza del 41bis, per farli uscire dall’isolamento e garantirgli gli arresti domicliari. I firmatari di questi certificati “fasulli” sono Guglielmo Quartucci, titolare e medico della casa di cura privata “Villa degli Oleandri” di Mendicino e Francesco Moro, in servizio al pronto soccorso dell’Ospedale di Locri.

I due professionisti, finiti in manette nell’ambito della maxi inchiesta giudiziaria “Reale-Ippocrate”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, sono stati condannati, con il rito abbreviato a tre anni e due mesi di reclusione. Il verdetto di condanna è stato emesso dal gup distrettuale Antonio Scortecci, ha condannato, in rito abbreviato, a 3 anni e 2 mesi di detenzione i due medici imputati nell’ambito del procedimento stralcio scaturito Secondo l’accusa, sostenuta dal sostituto procuratore dell’Antimafia reggina, Giovanni Musarò (il pm aveva chiesto per entrambi una condanna a quattro anni e otto mesi di reclusione, ndr) Quartucci e Moro si sarebbero adoperati in favore di Giuseppe Pelle, presunto boss dell’omonima cosca di San Luca, nel reggino, a uscire dal carcere a causa di presunte patologie neuropsichiatriche incompatibili con il regime detentivo.

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