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Al Castello le opere di due protagoniste dell’arte tra gli anni ’60 e il 2000

RENDE – Il Museo Bilotti apre i battenti con due mostre dedicate a Anna Paparatti e Marion Greenstone.

A partire da giovedì 25 e venerdì 26 settembre il Castello del centro storico ospita le due mostre volute da Roberto Bilotti che ne è anche il curatore insieme a Francesca Pietracci. Il Museo dunque punta subito a diventare l’ennesimo punto d’attrattiva culturale messo in piedi dalla famiglia Bilotti e dal patrimonio artistico che questa detiene. Si incomincia giovedì 25 alle ore 18 con la mostra “Performance e fiori di loto” dedicata al lavoro che Anna Paparatti ha svolto dagli anni Settanta sino al Duemila. All’inaugurazione della mostra, curata dallo stesso Roberto Bilotti e da Francesca Pietracci, sarà presente l’artista che torna nella sua Calabria. Nata a Reggio Calabria, la Paparatti è pittrice, performer, scrittrice e designer; protagonista e testimone della nascita delle nuove correnti artistiche nate a cavallo tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta e sviluppatesi in Europa e negli Stati Uniti. L’artista nutre un profondo amore per il teatro portato avanti per tutta la sua carriera e pari solo alla passione per l’India che ha ispirato molte sue opere e mostre.

 

Venerdì 26 toccherà alla mostra “Experience” dedicata a Marion Greenstone e al suo lavoro fra gli anni Settanta e Duemila. Scomparsa nel 2005, la Greenstone è da ritenere un’artista di grande energia e sensibilità, inserita a pieno titolo nell’ambiente artistico e culturale della New York del suo tempo. Insegnante al Pratt Institute, dal suo studio di Brooklyn, ma non solo, Marion Greenstone si è dedicata all’arte per oltre 50 anni senza interruzioni e senza ripensamenti, percorrendo stilisticamente tre periodi: l’Informale (1955-1960), nell’ambito del quale il suo interesse era di mantenere il contesto dopo la rimozione del contenuto; la Pop Art (1961-1970), momento centrale del suo lavoro; l’Iperrealismo (1970-2005), nell’ambito del quale ha recuperato una cifra astratta più intima. Rende e la Calabria tutta grazie all’impegno di Roberto Bilotti potranno venire in contatto, da questo giovedì, con due grandissime artiste che hanno lasciato tracce indelebili nel panorama artistico contemporaneo. Il Museo nel Castello rendese inoltre ospiterà presto nuove opere appartenenti al patrimonio della famiglia Bilotti e che fanno gola a tutto il mondo.

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