CORIGLIANO CALABRO (CS) – Dodicenni ‘offerte’ ad uomini di mezza età per soli venti euro.
Nella rete del business perverso della prostituzione minorile del cosentino apparsero medici e notabili residenti tra Rende e Rossano. Tra loro anche l’ex vicesindaco di Corigliano, funzionario Asp 56enne, Italo Le Pera assolto dalla Corte di Appello di Catanzaro, insieme a Maurizio Franco Magno (45 anni), Santo Bagnato (72 anni), Cosimo La Grotta (67 anni) e il 70enne Giuseppe Russo imprenditore agricolo pluripregiudicato legato al Locale di Corgliano perché, secondo i giudici Russi e Grillone, ‘il fatto non sussite’ .
Non avrebbero commesso alcun reato. Ma la Corte di Cassazione vuole vederci chiaro e rispedisce in Tribunale Giuseppe Russo, detto ‘U Mussutu’ per rivedere la sua posizione. L’operazione Flesh Market che porto’ a 27 arresti tra il Marzo e il Giugno del 2011 nacque da un filmino a luci rosse. Un video hard che ritraeva il rapporto sessuale tra un commerciante coriglianese e una minorenne. L’uomo denunciò l’estorsione subita da parte del trans ‘Pierina’ all’anagrafe Pietro Berardi, che richiedeva un ingente somma di denaro in cambio del video.
Venne quindi tolto il velo su un vero e proprio ‘mercato della carne’ tra Cosenza, Rossano, Mirto Crosia e Corigliano. Il transessuale 49enne venne condannato con rito abbreviato a cinque anni di reclusione per sfruttamento, favoreggiamento ed induzione alla prostituzione minorile. Era lui secondo i giudici a gestire i clienti delle baby squillo. Prestazioni complete, rigorosamente senza profilattico, a partire da 20 euro che lievitavano nel caso in cui la ragazzina fosse ancora vergine.
Un intero nucleo familiare composto da cinque sorelle fu avviato in quegli anni al meretricio. Una di loro, poi arrestata, da vittima si trasformò poi in carnefice, costringendo, secondo i rilievi degli inquirenti, le sorelle più piccole a seguire il suo percorso fatto di violenze ed abusi. Costituitesi come parte civile le sorelle, due minorenni e due maggiorenni, attendono ora il nuovo verdetto della Corte d’Appello di Catanzaro. Le testimonianze delle minori nell’ultimo processo tenutosi a Catanzaro erano state reputate attendibili, ma nonostante ciò si decise per l’assoluzione del presunto boss del meretricio nella sibaritide.

