GAZA – Nella guerra tra israeliani e palestinesi a Gaza c’è ora anche una vittima italiana: è il cronista Simone Camilli, romano, 35 anni, l’unico giornalista straniero morto da quando, l’8 luglio, e’ iniziata l’offensiva israeliana contro Hamas.
Camilli e’ stato investito dall’esplosione durante il tentativo di alcuni artificieri palestinesi di disinnescare un ordigno israeliano a Beit Lahiya, nel nord della Striscia.- Ad avvertire le autorità dell’ordigno erano stati i residenti dell’area e sul posto si era recata “una unità di ingegneri specializzata in queste operazioni”, ha spiegato un portavoce del ministero dell’Interno. Camilli è morto insieme ad altre sei persone; all’ospedale Kamal Adwan – dove sono giunti i corpi straziati dalla deflagrazione. Si tratta di Tayssir al-Hum, responsabile dell’unità speciale per la neutralizzazione degli ordigni; il suo vice Hazem Abu Murad e il loro assistente Billal Sultan. Con loro è morto anche il giornalista Ali Abu Afash.
Secondo quanto sostiene il fratello di uno dei 5 artificieri rimasti uccisi, “c’era un sorta di trappola” nella bomba israeliana la cui esplosione ha provocato la morte delle sette persone. “E’ una notizia terribile, sconvolgente. Nei luoghi di guerra si sa che i rischi sono sempre molto alti, ma la circostanza in cui ha perso la vita Simone Camilli rende ancora più drammatico, doloroso e angosciante quanto è accaduto. E fa rabbia questa nuova esplosione in cui ha perso la vita”, ha detto il segretario della Fnsi, Franco Siddi, esprimendo il suo cordoglio per la morte del reporter. Era lì da professionista esperto – ha sottolineato Siddi – a documentare fatti reali, di grande rilevanza per comprendere la gravità e le conseguenze della nuova guerra in corso tra Hamas e Israele. Unico suo obiettivo: far avere al mondo le immagini più vere. E’ caduto un testimone di verità, un professionista esperto e coraggioso che non stava dietro le quinte e sapeva muoversi con le dovute attenzioni. Purtroppo è accaduto l’irreparabile. La vicenda ci porta indietro di almeno 12 anni, quando a Ramallah cadde Alfredo Ciriello, fotoreporter ucciso da una granata”.
L’Ordine dei giornalisti del Lazio esprime “sdegno, dolore e rabbia per la morte assurda di Simone Camilli, 35 anni, reporter romano dell’Associated Press, la cui vita è stata stroncata alla vigilia del ferragosto dall’esplosione di un ordigno a Beit Lahya, nella Striscia di Gaza”. “Simone – sottolinea l’Ordine del Lazio in una nota – ha pagato a caro prezzo il suo compito di informare, la sua presenza nella zona tribolata di un conflitto che si trascina da decenni e che finora ha provocato 1.900 vittime tra i palestinesi e 67 tra gli israeliani”. L’Ordine dei giornalisti del Lazio “è a lutto ed esprime il suo cordoglio ai familiari, agli amici, ai colleghi di Simone. E si domanda: fino a quando i giornalisti dovranno morire per testimoniare quello che accade in quell’angolo martoriato del mondo?”.
