COSENZA – L’Assessore all’agricoltura indagato per mafia assieme ad un ex sindaco ed un ex consigliere comunale di un centro del cosentino.
Michele Trematerra,l’assessore regionale della Calabria, dell’Udc è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa ed è accusato di avere posto in essere una serie di “condotte materiali e procedimentali amministrative a favore dell’associazione” mafiosa dei Lanzino ed in particolare a “favore degli imprenditori facenti parte della cosca e delle rispettive società”, oltre che a favore dell’ex consigliere comunale Angelo Gencarelli. E’ quanto emerso dall’inchiesta della Dda di Catanzaro, che contesta fatti avvenuti nel periodo tra il 2010 ed il 2013,e che questa mattina ha portato all’esecuzione di numerose perquisizioni. Sarebbero quindici gli indagati, tra i quali l’ex sindaco e un ex consigliere del Comune di Acri. I reati ipotizzati nei confronti degli indagati, a vario titolo, vanno dall’associazione mafiosa al concorso esterno per avere agevolato la cosca Lanzino di Cosenza, nella sua articolazione territoriale di Acri guidata da Giuseppe Perri.
L’inchiesta riguarda presunte irregolarità nell’affidamento di appalti pubblici da parte della precedente amministrazione del Comune di Acri, guidata all’epoca dal sindaco Luigi Maiorano, che è indagato per concorso esterno. Appalti che riguardavano attività di competenza dell’assessorato regionale all’Agricoltura quali lo spalamento della neve e la più ampia attività di disboscamento e la successiva vendita del materiale legnoso. Tra gli indagati figura anche l’ex consigliere comunale di Acri, Angelo Gencarelli, che era anche componente la segreteria di Trematerra. Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero condizionato enti pubblici quali la Regione ed il Comune “avvalendosi dell’apporto di figure istituzionali quali l’assessore al ramo Michele Trematerra e l’ex sindaco Luigi Maiorano”.
Le perquisizioni
I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza hanno eseguito le perquisizioni, oltre che nell’abitazione dell’assessore regionale Michele Trematerra, dell’Udc, anche nel suo ufficio alla Regione e negli uffici del dipartimento Agricoltura dello stesso ente in uso a Trematerra e a Angelo Gencarelli, componente la segreteria dell’assessore ed ex consigliere comunale ad Acri. Altre perquisizioni sono state compiute dai militari, in esecuzione di un decreto emesso dal pm della Dda di Catanzaro Pierpaolo Bruni, nelle abitazioni e in alcune società i cui titolari, secondo l’accusa, sarebbero stati legati alla cosca retta da Giuseppe Perri ed avrebbero ottenuto illegalmente appalti nel settore del disboscamento e della vendita di legname.
Il ruolo di Gencarelli
Angelo Gencarelli, attuale componente la segreteria dell’assessore alla Forestazione della Regione Calabria Michele Trematerra è ritenuto un elemento di spicco della ‘ndrangheta e secondo la Dda di Catanzaro, l’ex consigliere comunale di Acri, è al vertice e promotore della cosca insieme a Giuseppe Perri, indicato come il reggente dell’articolazione territoriale di Acri – paese natale di Trematerra – della ‘ndrina Lanzino di Cosenza, una delle più potenti della provincia. Quand’era consigliere Gencarelli, era anche presidente della Commissione urbanistica del Comune di Acri e sarebbe stato, secondo l’accusa, “elemento di congiunzione tra l’associazione mafiosa e le istituzioni pubbliche, quali la Regione e gli Enti ad essa collegati ed il Comune di Acri”. Inoltre, viene definito come “soggetto in grado di condizionare, grazie al rapporto collusivo instaurato con pubblici funzionari, le scelte amministrative degli Enti e di orientarne le procedure amministrative riguardanti gli appalti pubblici a favore di società o ‘cartelli’ di società facenti capo ad imprenditori organici alla cosca”.
Gli altri indagati
Oltre a Michele Trematerra, a Gencarelli e all’ex sindaco di Acri Luigi Maiorano, sono indagati nell’inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, Giuseppe Perri, indicato come il capo della cosca; Giuseppe Tarsitano e Massimo Greco, definiti affiliati; gli imprenditori, per la Dda organici alla cosca, Angelo Ferraro, Giorgio La Greca, Salvatore Gencarelli, Antonio Gencarelli, Carmine Pedace e Luigino Terranova; altri due imprenditori, Elio Abbruzzese e Franco Caruso, e Giuseppe Burlato. I reati ipotizzati nei confronti degli indagati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, usura, estorsione e porto e detenzione illegali di arma, aggravati per avere favorito la ‘ndrangheta e corruzione.

