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Ospedale di Praia a Mare, il Consiglio di Stato annulla la riconversione

PRAIA A MARE (CS) – Dopo due anni di lotta giudiziaria, il Consiglio di Stato ha deciso di annullare la riconversione dell’Ospedale di Praia a Mare.

La sentenza dunque, annulla il decreto n. 18/2010 nella parte che trasforma il P.O. di Praia a Mare in ospedale distrettuale CAPT e quindi annulla ogni successiva disposizione attuativa del predetto decreto. Spetta ora alla Regione Calabria, come ha spiegato l’avvocato Giovanni Spataro, dare attuazione alla pronuncia, tenendo in considerazione quanto deciso dal massimo organo di giustizia amministrativa.

 

La battaglia giudiziaria portata avanti dai Comuni di Tortora e di Praia a Mare, è stata sostenuta da tutti i comuni dell’Alto Tirreno Cosentino: “Abbiamo creduto nella giustizia – ha spiegato il sindaco di Tortora, Pasquale Lamboglia – e finalmente abbiamo ottenuto i risultati in cui abbiamo confidato. Nella sentenza sono stati presi in considerazione diversi punti importanti, come il fatto che il nosocomio praiese sia un ospedale di confine, che l’Alto Tirreno, nel periodo estivo, ospiti circa 500 mila persone, che le distanze intercorrenti fra i nostri territori e gli ospedali più vicini, come quelli di Cetraro e di Paola, non rispettino gli standard sanitari a tutela dei LEA (Livello Emergenza Assistenza). Inoltre bisogna prendere in considerazione le difficoltà delle contrade montane per quanto riguarda la viabilità. Questi sono solo alcuni dei punti presi in esame nella sentenza”.

 

“In questa battaglia – ha continuato il sindaco di Praia a Mare, Antonio Praticò – abbiamo trovato l’appoggio di tutti i comuni dell’Alto Tirreno Cosentino, che vivono i nostri stessi disagi. Ora è arrivato il momento di agire; il Consiglio di Stato ci ha dato ragione e, quindi, dobbiamo pretendere che l’ospedale venga ripristinato nelle sue precedenti funzionalità”. “La sentenza è la dimostrazione che non è possibile effettuare dei tagli indiscriminati sulla sanità – ha concluso Lamboglia – sono stati fatti degli errori di valutazione importanti e ora pretendiamo che anche il mondo della politica ritorni sui suoi passi. Abbiamo creduto fin dall’inizio che la battaglia più importante dovesse essere giocata nelle aule giudiziarie. Con questo dispositivo, ha vinto tutta la popolazione dell’Alto Tirreno Cosentino, cui è stato riconosciuto il diritto alla salute, ora spetta a tutti noi combattere affinché i nostri diritti non ci vengano negati”.

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