Per quaranta anni il Comune di Cosenza ha pagato il fitto all’architetto Pianini. I residenti: “Con i soldi spesi ci compravamo una villa con piscina”.
COSENZA – Il civico 130 di via Rivocati, dopo quaranta anni, sarà sgomberato. Palazzo Bilotti, stabile fittato da una parte all’imprenditore Scarpelli (titolare del noto supermercato) e dall’altra al Comune di Cosenza, dovrà essere restituito al suo proprietario: l’ingegnere Pianini. Costruttore ed impiegato del settore Affari Generali di Palazzo dei Bruzi, Pianini pare abbia ricevuto dal municipio cosentino ogni anno 150mila euro di fitto. Ora però l’amministrazione intende risparmiare. In effetti con una cifra del genere, ovvero oltre tremila euro al mese, è possibile trovare una sistemazione migliore per i nuclei familiari dell’emergenza abitativa ospitati nell’edificio in fitto. Al suo interno infatti attualmente vi abitano quattro famiglie. Residenti che da anni lamentano il degrado in cui verte la struttura che non è mai stata sottoposta, a loro dire, ad interventi di manutenzione. Tutti i lavori che sono stati eseguiti per mettere in sicurezza le pareti e le fognature del palazzo sono stati eseguiti autonomamente, a loro spese. Nessuno restituirà i costi sostenuti dalle famiglie che attendono con ansia lo sgombero, sperando di poter essere trasferiti in case più dignitose. Parte del solaio all’ultimo piano è crollata, i vetri delle finestre condominiali sono rotti, gli appartamenti abbandonati invece di essere stati assegnati a famiglie in attesa di alloggio sono stati murati o chiusi con dei lucchetti, apparentemente per evitare che i tossicodipendenti usino gli spazi per consumare eroina lontano da occhi indiscreti. In più l’ufficio affissioni del Comune di Cosenza ubicato al suo interno è stato svuotato ed abbandonato.
Doveroso ricordare che Giovanni Pianini è il cognato di Gianfranco Scarpelli, ex direttore generale dell’Asp di Cosenza noto per l’inchiesta sulle consulenze d’oro e molto vicino alla famiglia Gentile. Insieme a Pino Gentile ex assessore ai Lavori Pubblici della Regione Calabria, agli imprenditori edili William Grimoli, Fiore Cava, Antonio Tallarico, Bina Sprovieri, Giuseppe Cimenti e ai dirigenti regionali regionali Giovanni Laganà, Domenico Pallaria, Filippo Arillotta e Antonio Capristo era stato indagato e poi prosciolto in un’inchiesta partita dalla Procura di Catanzaro sull’edilizia sociale. Le indagini che hanno portato al rinvio a giudizio di Gentile e dei dirigenti della Regione Calabria riguardavano un bando (con tanto di aggiudicatari dei lavori) annullato dal governatore Scopelliti all’indomani del suo insediamento in Regione. Con il beneplacito di tutti era stata poi espletata una nuova gara con una nuova graduatoria di imprese ‘prescelte’ su cui la magistratura sta tentando di far luce. Oggi nel corso della commissione Controllo e Garanzia presso il Comune di Cosenza il dirigente del settore Patrimonio ha chiarito che entro un paio di settimane si dovrebbe procedere ad iniziare le operazioni per trasferire le famiglie in un altro stabile. Ovviamente in affitto. Il Comune di Cosenza ha già raccolto sei proposte che dovrà valutare nei prossimi giorni per individuare quale sia l’offerta più conveniente. Intanto, nonostante l’euforia scaturita dal poter sperare di vivere in condizioni migliori, con amarezza i residenti constatano che “con i soldi spesi ci compravano una villa con piscina per tutti”.
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