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Celere a Celico, attivisti denunciati depositano memorie difensive

COSENZA – Si sono dati appuntamento in Prefettura alle 11 i manifestanti strattonati dalle forze dell’ordine l’otto Marzo nei pressi della discarica di Celico.

Si tratta di circa cinquanta persone alle quali potrebbero essere comminate pene pecuniarie dai 2mila ai 20mila euro per aver intralciato il regolare transito dei mezzi. Tutte le persone che hanno ricevuto la notifica delle multe per il blocco dei camion all’entrata del sito di via San Nicola stamattina hanno presentato le memorie difensive in Prefettura per portare all’attenzione di Tomao la propria versione dei fatti. “E’ stato un presidio pacifico – afferma uno degli attivisti del Comitato Ambientale Presilano – ci sono stati minuti di tensione quando la celere si è schierata contro di noi. Ma nulla di eclatante solo un spingi spingi che si è risolto in breve. Stavamo difendendo il territorio da un’azienda che opera senza avere le dovute autorizzazioni. A pochi metri dalle abitazioni, passando per una strada privata costruita senza permessi, all’interno del Parco Nazionale della Sila. E alla fine multano noi e le nostre macchine parcheggiate. E’ un’assurdità”. Nel frattempo la società Mi.Ga. srl che gestisce l’impianto ha dichiarato di aver sospeso le attività a causa dei presidi iscenati dai manifestanti che impediscono l’acceso in discarica. In realtà pare che i camion non possano arrivare al sito di San Nicola a causa dei lavori in corso effettuati in questi giorni sulla Silana – Crotonese dall’ANAS. A far chiudere la sbarra sembra quindi essere stata un’ordinanza emessa per disciplinare il traffico. Non è però da escludere che la denuncia, in cui si documentano le irregolarità per cui la discarica di Celico è da ritenersi abusiva, presentata in Procura dal Comitato non possa a breve tradursi con la chiusura del sito. 

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