Ieri, nella Sala degli Specchi del Palazzo della Provincia di Cosenza, è stata presentata la Carta Sismotettonica e della Franosità della Valle del Fiume Crati
COSENZA – La Valle del Fiume Crati presenta un’elevata suscettibilità da frana, derivante dal suo assetto geologico-strutturale e sismotettonico che appare molto complesso. Negli ultimi anni l’area è stata interessata da numerosi eventi franosi che hanno coinvolto interi versanti, interessando i centri abitati e le infrastrutture presenti, provocando ingenti danni al tessuto socio-economico dei territori coinvolti.
Proprio per questo è fondamentale conoscere le aree a rischio e la mappatura completa delle zone, per prevenire i possibili danni futuri, di un evento franoso o sismico. E a tal proposito
All’incontro erano presenti molti sindaci di diversi comuni, la Regione Calabria e la Protezione Civile. Insieme al Governatore Oliverio e Carlo Tansi; il Presidente Di Natale e Pietro Mari per l’Ente.
La Carta rappresenta un aggiornamento dettagliato delle aree a rischio idrologico e descrive le principali faglie attive e recenti della valle del Fiume Crati. Ciò costituisce un utile riferimento nelle scelte di pianificazione e individuazione delle priorità nella progettazione degli interventi per la messa in sicurezza dei versanti nel territorio studiato.
Del medesimo parere Carlo Tansi che ha invitato tutti i sindaci a fornire il quadro delle aree individuate per i soccorsi aiutandosi ad individuarli attraverso la Carta, frutto di due anni di lavoro, per completare i Piani di Emergenza.
“I numerosi – ha affermato Tansi – terremoti avvenuti in epoca storica e la sismicità strumentale rilevata negli ultimi 30 anni, confermano il carattere sismogenetico della Valle del Crati. Nel complesso, la sismicità osservata è principalmente legata all’attività delle faglie che bordano il confine orientale della Valle, fra Rogliano, una faglia attiva che ha prodotto una serie di terremoti: 1835, 1854, 1870; invece dall’altra parte abbiamo la faglia che va nei territori di Cavallerizzo, Lattarico, San Benedetto Ullano e fino al territorio di Rende, che ha generato il terremoto del 1184 e anche sciami sismici del 2010.
Il quadro – ha aggiunto Tansi – in Calabria è desolante in materia, con solo il 54% per cento dei Comuni dotato di un piano di emergenza; ma fra questi, soltanto 9 Comuni su 409 hanno aggiornato il piano stesso”.
1433 “SCORRIMENTI”
220 “COLATE”
172 “FENOMENI COMPLESSI”
578 “ZONE FRANOSE”
37 “AREE IN INTENSA EROSIONE”
