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Cosenza, morì dopo una tracheotomia. Il processo il 1° aprile 2014

COSENZA – Inizierà il prossimo 1° aprile 2014, il processo per la morte del professore Renato Gambaro, morto all’ospedale di Cosenza, a seguito di un intervento di tracheotomia.

Il processo sarà celebrato davanti al giudice Alfredo Cosenza, al quale si è arrivati a seguito della denuncia presentata dalla vedova del docente e dai figli, che a seguito della morte del congiunto, sollecitarono atraverso un esposto, l’avvio di un’inchiesta per far luce sul caso. In un primo processo istruttorio era stata richiesta l’archiviazione per i due rianimatori dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. Impugnata la richiesta di archiviazione da parte del legale della famiglia, è stata rigettata. Ieri il Gup ha chiesto il rinvio a giudizio per i due sanitari che avrebbero eseguito l’intervento di tracheotomia che, secondo l’accusa, avrebbe provocato la morte del professore Gambaro. La decisione del Gup è legata all’esame di due perizie; una presentata dai consulenti della pubblica accusa, che risulterebbero sostanzialmente differenti. Secondo i difensori dei sanitari infatti, la morte di Renato Gambaro sarebbe stata causata da un quadro generale già compromesso ovvero una “disfunzione multiorgano da sindrome compartimentale addominale in soggetto sottoposto a intervento di Evas per rottura di aneurisma dell’aorta addominale”. Secondo la perizia presentata dall’accusa invece, tale causa avrebbe “svolto per lo più un ruolo di concausa preesistente”. Imperizie e negligenze vengono contestate attraverso un corposo dossier presentato dagli specialisti incaricati dalla famiglia Gambaro sui due medici del reparto di rianimazione dell’ospedale di Cosenza, Ripalta Diterlizi e Francesca Guido. E per chiarire le cause della morte del loro familiare, ora partirà un processo.

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