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Terremoti, Tansi: “Cambiare la cultura dei calabresi rispetto alla fatalità delle calamità naturali” (AUDIO)

Trema l’Italia, seminando distruzione e morte. Da Amatrice e nel centro Italia, dove il sisma ha prodotto 298 vittime fino a Norcia dove non ci sono state vittime ma solo devastazione e crolli. E resta alto l’allarme soprattutto nella poopolazione calabrese che vive su un territorio dove, prima o poi, un sisma arriverà.

 

COSENZA – Non è terrorismo psicologico e neanche una ‘predizione’ così per dire: la Calabria è una terra di sollecitazioni sismiche e dunque un terremoto potrebbe colpire duramente la regione, non si sa quando, ma è certo che accadrà. In molti riconducono erroneamente molte delle scosse avvertite in Calabria negli ultimi tempi, all’attività o presunta tale, del vulcano sottomarino Marsili; in particolare l’ultima scossa registrata dall’istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia di magnitudo 5.7, verificatasi venerdì scorso alle 22.02 in mare a 474 chilometri di profondità che non ha provocato danni ma solo paura, visti i recenti fatti che hanno interessato il centro Italia e ora anche l’Umbria. Se la terra trema vicino al Marsili, non è a causa del vulcano sommerso. A sottolinearlo categoricamente è il responsabile della Protezione Civile regionale, Carlo Tansi che, ai microfoni di Rlb Radioattiva, sottolinea anche l’unica forma di prevenzione: costruire case e palazzi seguendo le norme antistismiche perchè se in Calabria si verificherà un terremoto non sarà una fatalità, ma un evento previsto per una regione con un alto rischio sismico.

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Carlo Tansi ha voluto fugare ogni dubbio, chiarendo che la profondità molto elevata dell’ipocentro (quasi 500 chilometri) ha fatto sì che, nonostante l’elevata magnitudo, per la grande distanza percorsa dalle onde sismiche il sisma sia arrivato in superficie perdendo energia, quindi senza produrre danni; ma il vulcano Marsili non c’entra nulla.

Un terremoto arriverà, Tansi: “è matematico e scientifico”

Il punto importante è che in Calabria, prima o poi un terremoto arriverà, ed è inutile pensare che sarà solo una fatalità: “Se le faglie italiane e calabresi, si sono mosse in passato, è matematico e scientifico che si muvoeranno anche in futuro; non sappiamo quando – spiega Tansi nell’intervista – ma sappiamo che in futuro ci sarà”.

“Per questo motivo ci dobbiamo preparare al terremoto, costruendo case a norma, e chi ha costruito case abusive deve essere terrorizzato dal terremoto perchè l’abusivismo uccide le persone. E’ importante anche l’aspetto dei piani di emergenza che altro non sono – spiega Tansi – che la comunicazione agli organi di soccorso in caso di calamità naturali di questo tipo, delle aree di emergenza. I soccorsi (e lo abbiamo visto nei due recenti disastri legati al terremoto) arrivano in quelle aree con elicotteri, ambulanze, mezzi e personale, ma se i Comuni non indicano quali sono le aree di riferimento, i soccorsi dove arriverebbero? Ci sarebbe un caos totale”. E non tutti i Comuni si sono dotati di piani d’emergenza.

Tansi conclude sottolineando la necessità di cultura: “Deve cambiare la cultura dei calabresi rispetto alla fatalità delle calamità naturali”.

Per la conformazione e l’alto rischio sismico della Calabria dunque, non si può prevedere quando, ma è possibile ‘difendersi’ da una scossa di elevata intensità e l’unica via possibile è la prevenzione perchè (e non è scontato ripeterlo) “ad uccidere non sono i terremoti (fenomeni naturali) ma le case costruite male che crollano. Ad uccidere sono le costruzioni dell’uomo che crollano se non costruite adeguatamente. Dobbiamo semplicemente costruire edifici in grado di resistere ai terremoti, evitando scappatoie nel rilascio delle concessioni edilizie ed abusi edilizi”.

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