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Stato ed anti-Stato

Dalle dichiarazioni rese dagli inquirenti a margine della cattura del boss Ettore Lanzino, fra gli altri risvolti, si apprende che gli stipendi degli affiliati ai clan sono di gran lunga più alti degli impiegati dello Stato.

Come dire: l’antistato paga più dello Stato. A parte l’ironia (ma non troppa), emerge come l’antistato ha i suoi contratti di “lavoro”, i livelli di “assunzione” ed i relativi “stipendi”. Insomma, veri e propri contratti di lavoro, basati sulla parola ma contabilizzati. Da qui la suddivisione degli assunti: tempo pieno e part time. Naturalmente, in questo contesto i contratti, sono tutti a tempo indeterminato “finchè morte non ci separi”. Dalle carte acquisite viene fuori come uno “stipendio normale” sfiorava i 3mila euro (semplici affiliati) mentre i part time, parliamo di una giovane amante di uno dei colonnelli della cosca, prendeva 200 euro mensili: un’amante poteva essere sostituita. L’ironia non è fine a se stessa: la ndrangheta, la mafia, la camorra, la criminalità in genere si combatte con uno Stato forte che paga i suoi concittadini, quel giusto per farli vivere almeno dignitosamente. Invece quotidianamente ci sono proteste di precari lsu ed lpu, cassa integrati, disoccupati, inoccupati. Quotidianamente c’è gente che ha bisogno dei soldi per sopravvivere anche ad Equitalia ed allo stesso Stato. Certo non si giustifica nessuno anzi, si condanna con forza ma, la criminalità prospera laddove finisce lo Stato.

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