RIMINI – “Siamo disperate”; queste le parole delle due donne ai carabinieri per spiegare il motivo per cui insieme, hanno iniziato a prostituirsi.
I Carabinieri del comando provinciale di Rimini nell’ambito di un servizio antiprostituzione avevano effettuato controlli a tappeto fermando ben 39 “lucciole” di diverse nazionalità. Ma durante il servizio hanno controllato anche due cittadine italiane, di Rimini, madre e figlia maggiorenne. Ai Carabinieri le due donne hanno riferito di aver iniziato da poco a prostituirsi a causa della mancanza di lavoro e della situazione economica disperata della loro famiglia. Nel corso del servizio sono stati identificati anche clienti e sono state elevate contravvenzioni per violazioni del codice della strada. “Situazioni di degrado socio ambientale – ha scritto in una nota il colonnello Luigi Grasso, comandante provinciale dell’Arma – possono costituire l’origine e l’alimentazione di svariate forme di criminalita’ anche di natura predatoria. E’ indispensabile intervenire con tutti gli strumenti a disposizione per la tutela della sicurezza e della legalità – aggiunge – senza dimenticare l’aspetto umano legato alle condizioni di assoluta disperazione e difficolta’ di donne costrette a prostituirsi e che nel senso possono essere sfruttate. Ringrazio i cittadini – chiosa Grasso – per le numerose segnalazioni che ci hanno fatto pervenire”
