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Processo contro il clan Bruni, condanne confermate in appello

COSENZA – La Corte d’Appello di Catanzaro ha confermato in appello la sentenza di primo grado relativa al processo Telesis contro 22 presunti affiliati al clan Bruni.

L’accusa di base è di associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni. Le pene più severe per Fabio Bruni e Pasquale Ripepi condannati rispettivamente a 20 anni e a 19 anni e 8mesi di reclusione. Pene ridotte per sette indagati. Nessuno sconto di pena però alla moglie del boss, Edyta Kopacynska, condannata a sei anni di reclusione. La Corte d’appello di Catanzaro dunque ha confermato le pene inflitte in primo grado contro la cosca Bruni specializzata nelle estorsioni e nel traffico di droga. Un mercato fiorente e redditizio per il clan in concorrenza con la cosca degli zingari. Una rivalità trasformatasi poi in un’alleanza confermata dagli incontri e dalle frequentazioni tra la famiglia Abruzzese e il fratello minore di Michele Bruni, Fabio.

 

Le pene decise in secondo grado:

 

Giovanni Abruzzese, 10 anni

Fabio Bruni, 20 anni

Edyta Kopacynska, 6 anni

Luca Sabato, 4 anni e otto mesi

Pasquale Ripepi, 19 anni e otto mesi

Maurizio Viola, 13 anni e due mesi

Luigi Morelli, 5 anni e due mesi

Roberto Mandarino, 4 anni e 8 mesi

Francesco Giorgio Rocchetti, 4 anni

Romualdo Marsico, 4 anni e 8 mesi

Fabio Foggetti, 3 anni

Massimo Greco, 3 anni e 8 mesi

Ernesto Foggetti, 3 anni e 4 mesi e 1200 euro di multa

Vincenzo Foggetti, 4 anni e 8 mesi e 4mila euro di multa

Umile Micheli, 8 anni e 10 mesi

Domenico Musolino, 13 anni e 4 mesi

Andrea Bruni, 4 anni e 8 mesi

Andrea Gagliano, 2 anni e 4mila euro di multa

Monica Pranno, un anno e 3mila euro di multa

Vincenzo Perri, 3 anni e 4mila euro di multa

Pasquale Gagliano, 2 anni e 4mila euro di multa

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