Chiedeva 650 euro per dare un posto di lavoro e nonostante tutto si è difeso dicendo: “se non l’avessi fatto tutti questi ragazzi erano ancora a spasso…non ricevo alcuno stipendio mentre la sede la devo pur mantenere”.
PIZZO CALABRO (VV) – Carmelo Furciniti e la vergogna di un sistema che è molto più diffuso di quanto si immagini: lucrare sulla necessità di molti di trovare un lavoro. Se poi a farlo è un sindacalista, la vergogna è doppia. A svelare questa squallida pratica la trasmissione condotta dal giornalista Salvo Sottile, “Mi Manda Rai 3”.
Carmelo Furciniti davanti alle telecamere ha ammesso tranquillamente quelle richieste di denaro addirittura spacciandosi come un benefattore. Grazie alla denuncia di un ragazzo di Pizzo però, il sindacalista della Slai Cobas, è stato smascherato ma nonostante la magra figura, anche di rilevanza penale, si è ‘difeso’ definendo la sua ‘attività’ del tutto normale: “Io sono un sindacalista autonomo e quindi non ricevo alcuno stipendio mentre la sede la devo pur mantenere“. La sede è una stanzetta con una scrivania, un pc, un fotocopiatore e due sedie per accogliere gli “appetibili ospiti”.
VIDEO 01 – Il racconto del giovane di Pizzo
VIDEO 02 – L’incursione nell’ufficio del sindacalista
Il giovane di Pizzo, si era presentato al ‘signor Furciniti’ perchè voleva lavorare sulle navi, ma quel lavoro avrebbe dovuto comprarlo. Le immagini parlano da sole ma sarà la magistratura ora a far luce sul sistema di guadagno illegittimo, messo in piedi (si presume da anni) da Furciniti sfruttando i suoi contatti con le varie compagnie di navigazione.
«se poi ti imbarchi su un’altra nave mi devi dare altre 650 euro»
Chissà quanti ‘soldini’ è riuscito ad estorcere ma è più grave certamente la risposta ai giornalisti del programma di Rai3: «Per me è un fatto normale. Io sono un sindacalista autonomo e quindi non ricevo alcuno stipendio mentre la sede la devo pur mantenere». E ancora: «ho fatto del bene a tanti ragazzi in cerca di un’occupazione in mare».
Mara Malavenda, della direzione nazionale dello Slai Cobas ha assistito in studio attonita alla messa in onda del video sottolineando poi di non aver mai conosciuto Furciniti: “faremo chiarezza e tuteleremo la nostra immagine in tutte le sedi. Questa persona, per quanto mi riguarda, deve andare in galera”. E’ anche vero però che probabilmente questo ‘soggetto’ da anni si spaccia per sindacalista Slai Cobas, chiedendo denaro in cambio di lavoro, ma davvero nessuno della sigla sindacale si è accorto della sua attività?
