ROMA – Miraj è uno dei 47 mila rifugiati che nel 2012 hanno chiesto protezione all’Italia.
Questa è la sua testimonianza di quanto accade quotidianamente in questi luoghi di vergogna: “È un inferno. Viviamo ammucchiati in stanzoni. La notte le donne si prostituiscono anche davanti ai bambini, il più piccolo ha due mesi. Devono pagare ai trafficanti di esseri umani il costo del viaggio: prima di partire gli tagliano i capelli e le unghie, è un rito voodoo, loro credono che se non restituiscono il debito capiterà qualcosa di terribile alla loro famiglia. La traversata può costare anche 20 mila euro, un rapporto sessuale 20”, racconta Miraj. E spiega: “Nel centro si spaccia alla luce del sole e ogni giorno ci sono risse. La scorsa settimana uno di noi è finito in ospedale”. La struttura ha una capienza di 650 posti, ma adesso vivono lì 750 rifugiati, di cui 180 donne e 82 bambini. “Di notte almeno un centinaio di persone scavalca la rete di protezione e dorme qui. Ci danno 75 euro al mese, ma non possiamo lavorare. Come si può vivere così?”, domanda Miraj. “Sognavo di fare la cuoca, ma non ci credo più”. Il centro accoglienza di Roma non è l’unico caso: negli altri sparsi in tutta Italia la situazione è la stessa.
