COSENZA – Un ventinovenne cosentino è deceduto nei giorni scorsi tra i corridoi dell’Ospedale di Cosenza.
Non pensava neanche di essere ricoverato. Era andato al pronto soccorso solo per ‘sicurezza’ a causa di quel forte dolori agli arti che in quei giorni non gli dava tregua. Ma dall’Annunziata il ragazzo non sarebbe più uscito, se non per essere tumulato al camposanto. Purtroppo. Dopo dieci giorni Carlo Marrone che avrebbe festeggiato con gli amici a Dicembre i suoi trent’anni, è misteriosamente deceduto a causa di un arresto cardiocircolatorio. Si tratta dell’ennesimo caso di presunta malasanità che finisce nelle mani della Procura di Cosenza, tra lo sgomento dei cosentini sempre più terrorizzati dal servizio sanitario cittadino. In realtà non c’è un motivo vero e proprio, almeno per ora che possa giustificare la morte di Carlo. Ieri la denuncia dei genitori ha portato ad una sommaria ricostruzione dei fatti. E’ ora di cena quando il 19 settembre accompagnato da mamma e papà il ragazzo va in ospedale per controllare quello strano gonfiore ai piedi che gli porta tanto fastidio alle articolazioni. Trascorre la notte in osservazione, i medici scrutano gli edemi sui polpacci di Carlo, poi al mattino lo rispediscono a casa. Dopo due giorni, la famiglia Marrone torna al pronto soccorso: il ragazzo fatica ad urinare. I sanitari fanno l’esame e lo rispediscono nuovamente a casa. E’ tutto ok. Ma Carlo torna in ospedale all’indomani. Sta male anche se i medici non sono stati capaci di capire il perchè. Scatta il ricovero. E’ l’inizio della fine. In meno di dieci giorni la vita del ventinovenne si è spenta misteriosamente. Parenti e amici sono shoccati. Il verdetto è lapidario: arresto cardiocircolatorio. Ma perchè? Forse un blocco renale, forse un blocco intestinale. I medici non lo sanno. Per ‘scrupolo’ il primario, come sempre, ha disposto un’indagine interna. La magistratura invece, ieri pomeriggio ha sequestrato la salma e le cartelle cliniche. Vogliono vederci chiaro. Intanto chi può fugge a gambe levate dal nosocomio cosentino che sembra diventare giorno dopo giorno uno dei luoghi più pericolosi dell’intera area urbana.
