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Terremoto, con il cuore e la mano tesa al Reatino. Ma la Calabria non è immune

Prima del terremoto di Messina e Reggio del 1908, una sequenza sismica uccise 35mila persone nel 1763. Oggi ricordiamo anche il terremoto dell’Emilia del 2012, passando per il sisma che ha distrutto l’Aquila nel 2009. 

 

Era il 28 dicembre del 1908: un terremoto di magnitudo 7,2 rade completamente al suolo Reggio Calabria e Messina e tutti i villaggi nell’area, causando quasi ben 100.000 morti. Si tratta della più grave sciagura naturale in Europa per numero di vittime e intensità sismica. Un terremoto così violento da provocare anche un maremoto, da qualche tempo meglio conosciuto come tsunami che aggravò ulteriormente la già tragica situazione. Molti però non sanno che tra i più devastanti terremoti c’è quello del 1763, in Calabria; una sequenza sismica che ha provocato 35 mila morti su 200 mila abitanti.

Molti calabresi ricordano anche il terribile sisma del 23 novembre 1980 che alle 19,38 colpì l’Irpinia e che venne avvertito anche nella nostra regione. Un minuto e mezzo di movimento sismico di magnitudo 6,5.

Un’immagine del terremoto di Reggio del 1908

I più recenti sono quelli del 2002 di magnitudo 5,4 in Molise e Puglia. A San Giuliano di Puglia crollò una scuola e morirono 27 bambini. E poi le immagini sconvolgenti de L’Aquila il 6 aprile del 2009. Una scossa, quella principale, di magnitudo 6.3 arrivò nel cuore della notte, alle 3,32; in pratica quattro minuti prima dell’orario in cui ieri notte, si è verificato il terremoto nel centro Italia di magnitudo 6, alle 3,36. L’Aquila contò 309 morti e 23 mila edifici distrutti. Stavolta i morti, nel Rietino, sono (almeno per ora) 247 e tra questi ci sono molti bambini.

La Calabria non è immune da disastri di questo genere e il rischio che un giorno possa capitare a questa regione è reale. Ciò  nonostante i calabresi hanno voluto esserci, tendere una mano spendendosi con offerte, donazioni, uomini e mezzi per aiutare le popolazione del Reitano. Addirittura i migranti ospiti del centro Sprar di Gioiosa Ionica hanno deciso di devolvere il loro pocket money ai terremotati. Per aiutare le popolazioni che hanno visto sgretolare le loro vite, sono tantissimi i gesti di solidarietà. Da Cosenza è partito Padre Fedele Bisceglia, assessore al contrasto alla povertà con 10mila euro da donare al sindaco di Amatrice, paese letteralmente ‘cancellato’ dal sisma. L’associazione ‘La Terra di Piero’ ha promosso una raccolta di beni da portare nelle aree terremotate così come la Croce Rossa di Cosenza. Protezione civile regionale, Vigili del fuoco dei vari comandi provinciali e mezzi della Colonna Mobile Regionale sono partiti per dare il loro contributo.

VIDEO – Vigili del Fuoco in partenza

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Soccorritori: i veri eroi della tragedia

Guardando le immagini in televisione, di quella terra che non è poi così lontana da qui, non si può non esprimere un pensiero di gratitudine e di plauso alle centinaia di operatori che, anche a mani nude, hanno scavato e stanno ancora scavando per salvare vite; volontari e personale che non hanno esitato di rischiare la loro vita tra i calcinacci per tentare di recuperare ogni soffio di vita rimasto intrappolato tra le macerie.

E poi ci sono le unità cinofile, un prezioso e importante aiuto in questa tragedia che rappresentano l’esempio di come i cani riescano ad essere fondamentali in casi come questi. E’ un’Italia che si ritrova unita in queste circostanze, nonostante le beghe politiche o sociali, e che porta avanti il suo cuore davanti ad un disastro che poteva riguardare chiunque, soprattutto i calabresi. In Calabria infatti, sono oltre 140.000 le case abusive censite dall’Agenzia delle Entrate, costruite senza alcun progetto. Con un terremoto simile a quello di Amatrice non avrebbero scampo e anche queste si sgretolerebbero.

“Non è il terremoto che uccide ma sono le case costruite male che crollano”

La Protezione civile regionale della Calabria ricorda le responsabilità umane nelle tragedie naturali come i terremoti e spiega: “La tecnologia consente di costruire case in grado di resistere a forti terremoti. In Giappone, dove i grattacieli sono progettati per resistere a terremoti di magnitudo 8, un terremoto di magnitudo 6 come quello di Amatrice non farebbe neanche notizia. In Calabria le oltre 140.000 case abusive censite dall’Agenzia delle Entrate, costruite senza alcun progetto, non avrebbero scampo. In queste case vive quasi un quarto della popolazione calabrese”.

Altro dato preoccupante è quello delle “migliaia di edifici, tra cui ospedali e le scuole dove vanno i nostri figli, definite ad alta vulnerabilità dal “Rapporto Barberi”, un report nazionale sulle condizioni strutturali dell’edilizia pubblica. E poi ancora le decine di migliaia di case costruite con tanto di progetti ma su cui sono stati realizzati vari abusi edilizi. E perciò – conclude la Protezione civile regionale – facciamo gli scongiuri e non prendiamocela con il fato”.

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