PERUGIA – Come noto a tutti, uno delle prime preoccupazioni per uno studente e per i genitori che decidono di mandare il proprio figlio a studiare fuori è la sicurezza che la ‘città ospitante’ offre.
Sicurezza, questa, intesa come assenza di pericolo per lo studente, facendo riferimento a droga, criminalità e quant’altro. E’ chiaro, perciò, che la prima esigenza è quella di poter vivere tranquilli lontano da casa. Purtroppo però, nessuna città offre la tranquillità assoluta, in nessuna città è mai successo che non si verificasse un episodio sconcertante. Venendo al punto, la scelta universitaria è molto influenzata da questi aspetti e nella maggior parte delle volte lo studente si vede costretto a scegliere una città piuttosto che un’altra. Un chiaro esempio è Perugia, da sempre città del cioccolato, ma conosciuta anche come Capitale dell’eroina. Tutto questo agli occhi dei perugini è quotidianità. Ogni giorno si vedono scene di tunisini che vendono eroina pressoché ovunque alla luce del sole o del tossicodipendente che si fa nel parco. Ma chi vive fuori cosa ne pensa? Dalle inchieste di importanti giornalisti, come Gianluigi Nuzzi, è emersa l’idea che i non umbri si stiano svegliando da un sogno, quello di una Perugia silenziosa e tranquilla, piombando nella realtà. Ma che Perugia sia la Capitale dell’eroina, lo ha stabilito l’Istituto di ricerche farmacologiche ‘Mario Negri’, realizzando uno studio in collaborazione con il Dipartimento prevenzione antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri. I risultati parlano chiaro: nel corso del 2011, soltanto nel Perugino, la centrale operativa del 118 è stata allertata per far fronte a 178 casi di overdose cosiddette ‘fauste’, quelle cioè che non hanno avuto conseguenze mortali. Un quarto di questi interventi è stato necessario per strappare alla morte ragazzi con età compresa tra i 25 e i 29 anni. Ma ci sono anche giovani fra 15 e 19 anni che arrivano sull’orlo del baratro aggrappati a una siringa di eroina. Un ‘ritorno’ dell’eroina che miete vittime sempre più giovani, spesso travolte da un abuso frenetico e smodato di sostanze: alcol, eccitanti, oppiacei. Una condizione della città disarmante, che racconta di un Umbria tutt’altro che tranquilla.
