Un disastro su tutta la linea. Uno “zero”, come i gol segnati in tre partite a San Siro in quest’inizio di stagione che più che dare nuove
speranze per il futuro del nuovo Milan sta spingendo i tifosi rossoneri a valutare con rinnovata forza una gita domenicale al posto del caro vecchio stadio. Ma, visto cosa è successo martedì sera, anche il cinema infrasettimanale…
“Zero” è una parola che porta con sé tanta tristezza e amarezza: esattamente la sensazione che si aveva al Meazza nei 90 e passa minuti di partita contro l’Anderlecht. I belgi sono poca cosa: descritti come la Cenerentola del girone di Champions League dei rossoneri, affrontavano la partita con la determinazione di una piccola, che ha nella “X” la propria massima aspirazione. Fortunamente, perché se i cari amici belgi fossero stati a conoscenza del momento storico del Milan, avrebbero tirato anche fuori il coltello tra i denti, osando di più e facendo, potenzialmente molto più male. Un po’ come avevano fatto Sampdoria e Atalanta, per intenderci. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Questa volta la difesa ha retto: merito di Mexes? Troppo presto per dirlo, anche se il reparto arretrato è l’unico, credeteci proprio l’unico, aspetto positivo di una partita che, se possibile, ha messo ancora più a nudo tutti i limiti del Milan.
Da dove cominciare? Il primo, non stancheremo mai di dirlo, riguarda la qualità: senza gente che sia in grado di dare un minimo d’inventiva alla manovra (non serve tantissimo, un minimo), l’avversario di turno, che sia l’Anderlecht o il Casteldisangro (con tutto rispetto) non ti concederà nulla di “sua sponte”. Per questo Allegri aspettava i belgi nella propria metà campo, per poi ripartire, sperando che con gli spazi si aprisse anche qualche possibilità di fare male in ripartenza.
Poi ci vuole la precisione, cosa che nelle partite casalinghe del Milan è assolutamente mancata: troppi passaggi sbagliati, troppe giocate individuali, troppi lanci lunghi per nessuno. Tutti figli di una pressione, di una poca tranquillità che non può che ledere e ritorcersi contro i giocatori stessi, che si sentono responsabilizzati all’inverosimile. Vero Boateng, numero 10 per caso?
Senza qualità e precisione, serve maggior velocità, quella che il Milan, con Nocerino, Antonini e, nella ripresa, El Shaarawy, ha cercato a dare, ma deve essere una soluzione di squadra non di singoli. Altrimenti si perdono le distanze, e il gioco (altrui) è fatto.
Ma la cosa che manca di più in questo momento al Milan è uno stramaledetto gol: se si vanno a leggere i tabellini di fine-partita quasi ci si stupisce di quante occasioni il Diavolo riesca a creare, nonostante un gioco quasi inesistente e i pochi nomi altisonanti. Tre reti in quattro partite, tutte nella stessa gara (a Bologna) e tutti da parte dello stesso giocatore, Pazzini. Il Pazzo si danna l’anima, ma, a meno che non faccia qualche corso da contorsionista, non può mettere dentro palloni che gli giungono dalla trequarti e non può improvvisarsi Ibrahimovic dal nulla. Serve un gol: di El Shaarawy, che uno l’ha sfiorato, di Boateng, che lo prova da tutte le posizioni e in ogni maniera.
Allegri prova a non tradire agitazione, almeno davanti alle telecamere, ma il suo “body language” e le espressioni tirate del suo viso (ormai le rughe le possiamo contare) parlano chiaro. Il suo tempo sta scadendo, ma almeno la prossima partita ce l’ha assicurata: serve un’invenzione, una magata. Visto che non arriva dal campo, questa volta ci deve pensare lui. Un cambio di modulo (ieri ci ha provato, non è andata), una pozione segreta, a Udine ci deve necessariamente essere un’inversione di tendenza. Lo scorso anno, con il Milan in difficoltà e senza Ibra, ci pensarono le riserve, segnatamente Maxi Lopez ed El Shaarawy. Quest’anno le riserve sono i titolari…
Cari tifosi rossoneri, mettetevi il cuore in pace: quest’anno il calcio non è a San Siro. Ma se guardate in alto a destra sul maxi-schermo, ogni tanto potrete godervi un gol dell’ex rossonero di turno (leggasi Thiago Silva, meno Ibrahimovic, nel caso di martedì) e, se vorrete, potrete applaudirlo. Con la tristezza nel cuore.
http://it.eurosport.yahoo.com

