ROMA – Tra qualche istante sarà resa nota l’attesissima sentenza del cosiddetto processo Mediaset che vede come imputato eccellente Silvio Berlusconi, presidente del Pdl e leader del centrodestra.
I giudici della Cassazione, presieduti da Antonio Esposito, si sono riuniti in camera di consiglio dalle ore 12 e il verdetto verrà emesso sicuramente dopo le 17, presumibilmente intorno alle ore 18. Assoluzione o condanna? C’è grande attesa per l’esito del processo che potrebbe avere conseguenze nefaste per le sorti del governo Letta, se il Cavaliere venisse condannato in modo definitivo con la susseguente interdizione dai pubblici uffici, che ricordiamo però dovrà essere ratificata dal Parlamento. Uno scenario che da un lato vedrebbe i falchi del Popolo delle Libertà spingere per le elezioni anticipate con una campagna elettorale tutta incentrata sulla presunta persecuzione giudiziaria nei confronti del magnate di Arcore, mentre dall’altro il Pd potrebbe spaccarsi tra chi non vorrebbe più restare al governo con il principale alleato condannato e chi invece vorrebbe proseguire l’avventura dell’esecutivo Letta per garantire stabilità all’Italia. Secondo le ultime indiscrezioni, una delle possibilità più concrete è che la Cassazione confermi i quattro anni di reclusione per Berlusconi e rimandi alla Corte d’appello di Milano la rideterminazione della pena accessoria. Tutto ciò in virtù della stessa richiesta del pg della Cassazione, Antonello Mura, che ha chiesto di confermare la condanna a quattro anni di prigione per frode fiscale, ma, al contempo, di ridurre l’interdizione dai pubblici uffici da 5 anni, come stabilito in Appello, a 3 anni. Per il Procuratore Generale “sono presenti tutti gli elementi costitutivi della fattispecie di reato di frode fiscale ascritta agli imputati. E’ questo un processo carico di aspettative e che suscita passioni ed emozioni esterne che sono manifestazione del libero dibattito e della vita democratica, ma aspettative e passioni devono rimanere confinate fuori dallo spazio dell’Aula giudiziaria”. Secondo Franco Coppi, avvocato della difesa insieme a Niccolò Ghedini, il Pg “ha raccontato quello che c’è scritto nella sentenza, nulla di nuovo, ma noi abbiamo elementi in più e oggi li esporremo ai giudici”. Il legale di Silvio Berlusconi ha annunciato di puntare alla assoluzione piena del suo assistito per non aver commesso il fatto in quanto “tutta la sentenza si muove da un pregiudizio, un meccanismo truffaldino ideato negli anni ’80 di cui Berlusconi è stato il dominus”; altrimenti “si può pensare ad una derubricazione del reato come illecito tributario non penalmente rilevante”. Infine nella sua arringa finale lo storico difensore del Cavaliere, Niccolò Ghedini, ha affermato che “manca nel tessuto della sentenza un elemento probatorio che Berlusconi abbia partecipato al reato. Il procuratore generale ha detto che per Berlusconi ci sarebbero state attività ulteriori oltre alla fatturazione. Quindi mi sarei aspettato dal pg delle integrazioni rispetto alle motivazioni della Corte di Appello, in cui non c’è nulla a riguardo. Integrazioni che non ci sono state perché non ci sono attività ulteriori oltre la fatturazione”.
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