Elezioni Università, finisce l’era Latorre. E poi?

ARCAVACATA – L’Università della Calabria alle urne. L’elezione del Rettore dopo il lungo e controverso mandato di Latorre.

Sino ad oggi la maggior parte delle decisioni e trasformazioni sono state attivate senza informare, nè coinvolgere le componenti universitarie, soprattutto quelle non docenti. Ad affermarlo sono gli studenti del Laboratorio Politico P2*occupata i quali comunicano in una nota l’importanza di “non essere ‘utenti’ di questa università” rivendicando il diritto a chiedere ai potenziali futuri rettori lumi sui programmi elettorali messi in campo. “Abbiamo stilato una serie di quesiti – scrivono i militanti del laboratorio politico – per i candidati su tematiche che crediamo importanti per questo Ateneo pubblico. Vogliamo stimolare chi vincerà le elezioni affinché si impegni a rianimare il confronto pubblico all’interno dell’UniCal”.

Ecco la lista dei quesiti:

– Questa crisi dell’istruzione pubblica è strettamente collegata alle politiche di sotto-finanziamento e di ristrutturazione degli organi amministrativi interni imposte dai vari governi centrali e regionali che si sono succeduti. Questa impostazione ministeriale è una delle principali cause della situazione in cui versa oggi la nostra università. In che modo intende agire per assicurare un’inversione di rotta ed il necessario rifinanziamento affinché non si risolva la crisi del sistema UniCal con soluzioni quali l’aumento della contribuzione studentesca, le problematiche legate alle assunzioni ed il peggioramento di didattica, ricerca e servizi)?

– Tutti i candidati, con toni diversi, hanno proposto una riforma degli organi amministrativi dell’UniCal. Questo momento di cambiamento, dalla riscrittura dello Statuto all’elezione del Rettore, passando per la formazione dei nuovi Dipartimenti, non è stato adeguatamente rappresentativo delle istanze che caratterizzano la comunità accademica. E’ molto probabile che ciò sia legato anche alla lunghezza del mandato del Rettore uscente ma è evidente una mancata sintesi tra diverse categorie e diverse fazioni che produce nei fatti una informazione e partecipazione carente e diversi ostacoli amministrativi. Per rimettere al centro la partecipazione della comunità accademica, soprattutto quella non docente, in che modo si propone di modificare la costituzione ed i rapporti tra gli organi amministrativi UniCal e la vita dei nuovi Dipartimenti?

– L’approvazione di questo manifesto degli studi, come pure di questo calendario accademico, ha dimostrato la grande difficoltà di mettere in discussione il modello UniCal. Infatti, il Senato Accademico, invece che discutere e proporre un piano strategico per il ridisegno complessivo dell’offerta formativa, ha scelto di “tagliare i rami secchi”, come gli insegnamenti a scelta ed interi corsi di laurea. Impostare la didattica, così come la ricerca, su coefficienti e tabelle dei decreti ministeriali, può provocare disagi e scompensi. Altro tema importante per un corretto percorso formativo che sembra essere blindato sono le sessioni d’esame e gli altri elementi dell’organizzazione della didattica. Con quali modalità si propone di costruire una pianificazione ed una organizzazione di didattica e ricerca basate sui bisogni sia dei “formatori” che dei “formati” come del territorio che li accoglie?

– Mensa, trasporti, residenzialità, attività culturali e di aggregazione: il nodo della gestione dei servizi è fondamentale per capire che ruolo deve avere nella socialità l’ente pubblico UniCal. L’odierna situazione, giudicata non positiva da molti candidati, è stata il prodotto di una amministrazione della residenzialità e della socialità basata su poche iniziative “istituzionali” e su esempi pressoché assenti di gestione partecipata. In quale maniera intende garantire il peso pubblico all’interno della gestione del Campus, se lei lo ritiene necessario e perché? Quale livello di controllo e coinvolgimento intende prevedere nell’amministrazione dei servizi per la comunità universitaria?

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