ARCAVACATA – Una donna in prima linea contro le multinazionali.
In difesa dell’ambiente, in difesa delle popolazioni. Ieri a chiusura delle celebrazioni per il ventennale della facoltà di Farmacia all’Unical nell’aula magna dell’Università della Calabria è stata consegnata la laurea magistrale honoris causa in Scienze della Nutrizione a Vandana Shiva. Una donna cresciuta in India con un’educazione ispirata alla filosofia di Gandhi e formatasi negli atenei canadesi nel settore della fisica. Nella lectio magistralis tenuta in un’aula magna gremita di studenti, professori e curiosi Vandana Shiva ha spiegato i mali indotti dalle banche, dalle grandi multinazionali e dalle manipolazioni genetiche: “La crisi economica in corso è funzionale ad un divergno perverso che devasta la popolazione salvando coloro che l’hanno creata: le banche e le istituzioni finanziarie”. Poi l’affondo sulle multinazionali, cui riferimento a Monsanto, pare scontato: “chi progetta i semi in laboratorio porta alla rovina i produttori locali, distrugge la biodiversità e mette a rischio la salute pubblica. I piccoli contadini sono costretti a confrontarsi con costi di produzione altissimi e il regime alimentare delle fasce più deboli viene impoverito. L’alternativa esiste ed è anche più ecologica e più equa. Basta intensificare la biodiversità invece di puntare alla chimica delle monocolture”. Come? Un’espressione calabrese lo sintetizza. Shiva ha dichiarato di essere calzante con quello che lei intende: “cangia capu”. La distruzione della diversità e l’omologazione secondo l’attivista indiana sono alla base della cancellazione dei saperi tradizionali, della malnutrizione, dell’agricoltura standardizzata. L’Unical ha fatto propria questa esperienza seguendo l’esempio di Vandana Shiva. Sebastiano Andò, direttore del dipartimento di Farmacia, Scienze della Salute e Scienze della Nutrizione ha infatti dichiarato che istituirà una banca delle sementi delle specie vegetali e della flora officinale calabrese. Una biodiversità che fungerà da volano per l’intera filiera agroalimentare della Regione con risvolti positivi sul piano socioeconomico. In più pare che l’attivista indiana abbia invitato l’Unical a tenere un workshop sulle piante medicinali. La non sostenibilità dei costi ambientale, economici, sociali e igienici che oggi il sistema di produzione alimentare impone non sono più tollerabili: “cangiamu capu”.