Secondo lo studio il particolare tipo di materiale permette preparati formulati con prestazioni superiori rispetto ai materiali tradizionalmente utilizzati, a basso costo ed impatto ambientale
ARCAVACATA (CS) – In Calabria c’è un tipo particolare di argilla, molto diffusa, che ha mostrato qualità interessanti negli studi condotti dai ricercatori del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell’Università della Calabria. Lo studio ha attirato l’interesse di Alpa spa, azienda chimica attiva nel settore conciario con una sede in Toscana, uno dei principali distretti italiani del cuoio e della pelle. È nato così il progetto EcoCalMix (Ecofriendly Mix based on Calabrian clay for tanning applications) che ha come obiettivo lo sviluppo di preparati ecosostenibili basati su argille calabresi per l’industria conciaria.
L’argilla calabrese
Le argille sono facili da modellare, versatili, disponibili in grandi quantità e a basso costo. Sono materie prime antichissime che ancora oggi trovano applicazione in filiere produttive diverse: quella della ceramica, su tutte, ma anche in quella cosmetica e farmaceutica, così come in edilizia e industria. L’ultimo settore, in ordine di tempo, a fare ricorso all’argilla è l’industria conciaria. Le aziende oggi utilizzano in prevalenza, nella fase finale di lavorazione di cuoio e pellami, materiali come caolino e silice e composti chimici a base organica, che producono però emissioni dannose per l’ambiente e esalazioni nocive per i lavoratori.
“Le argille che abbiamo studiato hanno proprietà battericide e una serie di caratteristiche che rendono superfluo il ricorso ad additivi chimici nella formulazione dei pre-fondi e dei preparati utilizzati durante la concia – spiega Mauro La Russa, professore associato di Georisorse – La nostra era una ricerca di base, non c’erano in quel momento scopi applicativi. I risultati sono stati poi messi ‘in vetrina’ sul portale Ingegno della Regione Calabria, uno strumento che favorisce l’incontro tra il mondo della ricerca e le aziende”
Analisi ed esplorazione tra i prossimi step
“Il progetto seguirà ora una serie di fasi. Partiremo con il censimento di ulteriori cave e miniere attive in regione e acquisiremo tutti i dati mineralogici, chimici e tecnologici sulle argille e sulle ‘terre’ in questo momento reperibili nel territorio – spiega La Russa, che del progetto è responsabile scientifico – Condurremo poi ulteriori analisi di laboratorio di tutti i materiali a matrice argillosa campionati per arrivare alla formulazione preliminare di nuove miscele sperimentali”.
Completata la fase esplorativa si passerà alla verifica degli effetti dei vari trattamenti – in base a quanto previsto dalle norme – attraverso, per esempio, la valutazione della bagnabilità, delle proprietà antimicrobiche, degli effetti del trattamento sulla morfologia della superficie del prodotto conciario, degli effetti sulla morbidezza e sulle proprietà meccaniche del cuoio, della resistenza allo strappo e della bondability della pelle.
“L’argilla, per la sua versatilità, può essere utilizzata in più fasi della concia – spiega La Russa – È una materia prima a basso costo, facilmente reperibile, per cui si riducono anche i costi e i tempi di approvvigionamento e di trasporto, ed è a basso impatto ambientale. I preparati formulati saranno quindi i primi con caratteri multifunzionali presenti sul mercato, garantiranno prestazioni superiori rispetto ai materiali tradizionalmente utilizzati e soprattutto aiuteranno la filiera a diventare più sostenibile”.