ARCAVACATA – “Falsi esami”, all’Unical si scava ancora. Alcuni dei 75 indagati, che nelle scorse settimane hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, hanno
già chiesto di patteggiare, altri, invece, preferiscono continuare a difendere tenacemente la loro pergamena. Per dimostrare la loro regolarità del loro percorso di studi hanno fatto “irruzione” nelle segreterie studenti dell’ Università alla ricerca di prove. Gli impiegati dell’Unical avrebbero così avviato delle ricerche tra tutti i documenti riposti negli archivi trovando il cosiddetto “tesoro” : ventimila statini che potrebbero costituire elementi di prova per scagionare gli indagati. Quello che a prima vista non convince il pm Antonio Tridico è il motivo per cui questi statini non fossero allegati ai fascicoli personali degli stessi studenti. Questo potrebbe essere uno dei motivi per far aprire un nuovo capitolo di indagini, sicuramente dopo aver verificato uno per uno questi nuovi statini. L’avvocato Feraco, legale del rettore Giovanni Latorre, in serata, ha ridimensionato il numero, quantificandone « poche centinaia, mentre ventimila sono tutte le attestazioni d’esame riferiti all’intero periodo esplorato dall’inchiesta della Procura ». I certificati sarebbero stati trovati « in seguito a una più accurata verifica in segreteria ». Infine , l’avvocato Feraco ha voluto ribadire che la posizione dell ‘ unical sarà sicuramente tutelata dalla magistratura per tutelare la propria immagine contro chi ha sbagliato in malafede, ma allo stesso tempo è pronta ad « offrire elementi positivi nei confronti di chi saprà dimostrare con chiarezza la propria estraneità alla vicenda ».