La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di primo e secondo grado: quattro anni per Alfonso Nastro e due anni e sei mesi per la sua segretaria, Marcella Beltrano.
COSENZA – Condanna definitiva per l’ex docente dell’Unical Alfonso Nastro e la sua ex segretaria Marcella Beltrano: questa la decisione presa dalla Corte di Cassazione, che ha confermato la sentenza di primo e secondo grado, di quattro anni per il professore e di due anni e sei mesi per la segretaria. Entrambi con l’accusa di corruzione mediante induzione. La prima sentenza fu pronunciata tre anni fa, il ricorso presentato dal legale difensore di Nastro è stato giudicato “inammissibile”. Stessa sorte per la Beltrano. Per il docente, il Tribunale di Cosenza nel 2014 aveva disposto anche l’interdizione dai pubblici uffici e l’interruzione del rapporto lavorativo con l’Unical. Nastro insegnava Tecnologie di chimica applicata alla tutela dell’ambiente. Il processo cosentino, a carico dei due, rappresentava uno stralcio dell’inchiesta denominata “Symposium” che, puntando i riflettori sull’Unical, avrebbe scoperchiato una realtà fatta di truffe per l’ottenimento di denaro pubblico, falsi in atti pubblici, una miriade di reati in ambito fiscale e finanche un caso di circonvenzione di incapace.
Nastro e Beltrano erano accusati di aver chiesto a degli ex allievi del professore, di pagare cifre variabili dai mille ai duemila euro per ottenere un ‘posticino’ nel progetto della Vicchio Prodotti Ceramica Srl di Rosarno beneficiaria di 23 milioni di euro di finanziamenti pubblici. La gestione dei fondi comunitari, erogati a favore dell’azienda reggina, era stata affidata infatti proprio ad Alfonso Nastro in qualità di referente scientifico. I fatti, si sarebbero consumati tra Arcavacata e Reggio Calabria nel 2006. Nastro è considerato proprio la mente della maxitruffa, scoperta dalla Gguardia di finanza con l’operazione “Symposium” che, nel novembre 2009, portò all’arresto di tre imprenditori e al sequestro di beni per oltre 70 milioni di euro, tra cui il villaggio turistico “La Pace”, nel Vibonese, le imprese “Vecchio Costruzioni generali” e “Vecchio prodotti in ceramica”, nel Reggino. Inoltre Nastro era stato condannato, al pagamento di una provvisionale di duemila euro a un ex dottorando, che si è costituito parte civile (nonostante il professore continuasse a difendersi dicendo di aver restituito tutto il denaro ai propri allievi). La Corte di Appello di Catanzaro aveva confermato la condanna di primo grado. Oggi, nuovamente, la sua tesi innocentista non ha retto e il verdetto finale è di colpevolezza.