La Bindi all’Unical: “Oggi le mafie sparano meno e corrompono di più”

Tra gli ospiti d’onore dell’inaugurazione dell’anno accademico 2016-2017 della facoltà di scienze politiche la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi intervenuta alla conferenza sul tema “Corruzione e criminalità organizzata: una sfida europea”.

RENDE (CS) – “Strumenti contro le mafie in Italia ne abbiamo e risultati ne abbiamo ottenuti, e il nemico, perchè credo che contro la mafia si debba usare questo termine, è stato fortemente ridimensionato”. Queste le parole di Rosy Bindi nel corso del convegno sulla corruzione e la criminalità all’Unical, sottolineando come l’Italia si sia “attrezzata, e siamo qui a riflettere anche sull’Europa – ha detto ancora Bindi – perchè è meno attrezzata di noi, e non a caso le mafie migrano, perchè non ci sono forze di polizia e magistrati come da noi”. “La guerra non è vinta – ha aggiunto – ma il nemico è stato ridimensionato”.

La presidente della commissione Antimafia ha portato l’esempio del Canada: “Siamo stati lì come commissione, e abbiamo visto che Toronto è un’altra capitale della ‘ndrangheta e Montreal di Cosa Nostra. In Canada si fanno affari e se non ci sono strumenti globali sarà complicato combattere le mafie. Non ci sono leggi per perseguire ed abbiamo addirittura problemi per assicurarci i latitanti”.

Rosy Bindi a margine del convegno ha parlato anche del modo in cui è cambiato nel tempo l’agire delle mafie che oggi “sparano meno, ma corrompono di più. La corruzione è l’arma privilegiata della ‘ndrangheta e delle nuove mafie, che per altro viene praticata senza ricorrere a metodi intimidatori o violenti, quindi combattere la corruzione significa combattere anche la criminalità organizzata”. 

La Commissione antimafia il 21 ottobre a Melito Porto Salvo

“Saremo a Melito Porto Salvo con la Commissione antimafia, e poi ci sposteremo a Reggio Calabria perché vogliamo approfondire con i magistrati il tema dei minori e delle donne, per noi importante, un’emergenza vera”. Questo il commento di Rosy Bindi sulla grave vicenda della 13enne violentata dal branco del quale faceva parte anche il figlio del boss di una cosca di ‘ndrangheta: “Certamente – ha aggiunto – la violenza perpetrata su questa ragazza minorenne ci richiama al grande tema della violenza sulle donne, ma non possiamo ignorare il contesto nel quale questa è avvenuta. In quella banda c’era anche il figlio di un noto capo ‘ndranghetista, e quindi di certo il clima di omertà non è legato solo al problema della violenza sulle donne, ma anche alla paura e, perché no, anche al consenso di un comportamento che in qualche modo accetta la convivenza con la ‘ndrangheta”.

Ponte sullo Stretto? Rosy Bindi: “scelta che va valutata”

Non poteva mancare anche per la presidente della Commissione Antimafia, un parere sull’annuncio di Renzi relativo al Ponte sullo Stretto di Messina che la Bindi ha definito “una scelta che va valutata sull’opportunità e la fattibilità in rapporto alle altre urgenze del Paese. Per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose è evidente che serve una forte vigilanza, ma serve per tutte le grandi opere e serve oggi per la ricostruzione post terremoto, come è servita per l’Expo. Serve per tutti gli appalti pubblici e privati. Il Paese non si deve fermare per la paura delle infiltrazioni, le opere vanno fatte se sono necessarie”.

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